I santi di oggi, 9 settembre, sono san Pietro Claver e beata Maria Eutimia Uffing
La vita di San Pietro Claver
Pietro nasce nel 1580 circa a Verdù, in Spagna, in una famiglia di contadini. Durante l’infanzia studia presso i Gesuiti e all’età di circa 20 anni entra nella Compagnia di Gesù.
Passa la sua intera vita a preoccuparsi per gli schiavi neri deportati dall’Africa: per loro, oltre che sacerdote, è infermiere, insegnante e raccoglitore di elemosine. Quando arrivano al porto, Pietro si reca sul posto con farmaci, disinfettanti, cibo e bevande: li accompagna alle loro baracche e li lava, li cura e li sfama con attenzioni paterne. Si reca anche nelle piantagioni per sincerarsi delle condizioni di vita e di lavoro dei suoi protetti: in queste occasioni alloggia nelle baracche insieme a loro. Questo suo interesse nei confronti degli schiavi infastidisce i mercanti e alcuni suoi superiori che lo osteggiano apertamente.
La morte
Probabilmente muore di peste rimanendo in solitudine per quattro anni, quasi paralizzato, in una piccola stanza tra sofferenze e tremori implacabili. I confratelli non si interessano molto di lui e lo affidano alle cure di un giovane nero che lo tratta con profondo disprezzo e lo maneggia con brutalità. Alla sua morte, avvenuta nel 1654, una folla di schiavi neri abbatte i cancelli della residenza dei gesuiti per dare l’ultimo saluto al loro protettore. Le sue spoglie sono venerate a Cartagena. Leone XIII lo canonizza nel 1888 e lo proclama patrono delle missioni per i neri.
Beata Maria Eutimia Uffing
Affetta da rachitismo, proviene da una famiglia numerosa e molto religiosa della Germania. Nonostrante le sue precarie condizioni di salute entra nella Congregazione delle suore della Misericordia e nel 1940 emette i voti solenni. Diventa infermiera professionale e presta servizio negli ospedali assistendo i malati in isolamento per malattie particolarmente contagiose. Trascorre tutto il suo tempo libero inginocchiata davanti al tabernacolo ed è un vero esempio di santità per la dedizione e la pazienza con cui assiste i malati. Muore per un cancro in poco tempo e comincia subito a essere venerata dalla popolazione: nel 2001 viene beatificata.