I santi di oggi, 29 dicembre, sono San Davide, San Tommaso Becket e San Marcello l’Acemeta
Re e profeta
La vita del Santo
Davide è stato il secondo re di Israele, ha succeduto a Saul. L’evento biblico più significativo che lo riguarda è sicuramente lo scontro con il gigante Golia. Fu non solo un valoroso guerriero, ma anche un musicista e poeta.
Per la religione cristiana la figura di Davide è molto importante in quanto è il padre di Giuseppe, colui che dà vita a Gesù. Per l’islam viene considerato un profeta, mentre per l’ebraismo Davide è il padre del Messia.
Dio aveva inviato in Israele il suo profeta Samuele per scegliere il nuovo re. Il profeta scelse tra i tre prescelti Davide. Il santo suonò l’arpa e in tal modo leniva il dolore del re. Per questo motivo San Davide è il protettore dei musicisti.
La morte del Santo
Dopo circa quarant’anni di regno, muore a 71 anni.
San Tommaso Becket
Vescovo e martire
Nasce a Londra il 21 dicembre 1117, da una ricca famiglia normanna. E’ uno dei personaggi più importanti della Chiesa Medioevale. Si dedica alla politica e diventa cancelliere del re d’Inghilterra Enrico II. Molto stimato dal sovrano per la sua intelligenza e capacità, tanto da diventarne vero amico. Nel 1162 diventa vescovo e viene nominato da Enrico II sostituto dell’arcivescovo di Canterbury, quando questi muore, con l’intento di controllare la Chiesa inglese. Nelle sua nuova figura di arcivescovo, Tommaso ha l’obbligo di fare gli interessi della Chiesa e questo fatto indispettisce il re tanto da trasformare l’amicizia in odio. Viene esiliato in Francia per 6 anni e al suo ritorno viene pugnalato alle spalle dai sicari, forse mandati dal re. Nel 1538 Enrico VIII fa distruggere il sarcofago con i resti di Tommaso per bloccare definitivamente la venerazione verso questo grande santo cattolico.
San Marcello l’Acemeta
Marcello l’Acemeta (Apamea, V secolo – Costantinopoli, 485) fu il terzo abate del convento degli Acemeti a Costantinopoli ed è venerato come santo dalla chiesa cattolica e da quella ortodossa.
Studiò teologia ad Antiochia e ad Efeso. A Costantinopoli conobbe la comunità dei monaci Acemeti, che avevano come regola la recita continua dell’Ufficio divino. Volle entrare in quella comunità, divenendo ben presto assistente dell’abate. Quando questi morì fu eletto abate. Ricoprì questa funzione con molto zelo per circa quarantacinque anni. Riformò la regola degli Acemeti introducendovi il lavoro manuale, che fino ad allora era trascurato.
Fu molto attivo nella lotta contro le eresie, in particolare quella di Eutichio. Partecipò al Concilio di Calcedonia.
Nota: Acemeta significa “senza riposo”