I santi di oggi, 26 dicembre, sono santo Stefano e san Dionigi
Santo Stefano è il primo martire della cristianità e per questo motivo è chiamato “protomartire”. La sia festa viene celebrata subito dopo la nascita di Gesù per porre l’attenzione sul profondo legame che intercorre tra il martirio e l’incarnazione.
La vita
Si ignora la sua provenienza, si suppone che fosse greco, in quel tempo Gerusalemme era un crocevia di tante popolazioni, con lingue, costumi e religioni diverse; il nome Stefano in greco ha il significato di “coronato”.
Si è pensato anche che fosse un ebreo educato nella cultura ellenistica; certamente fu uno dei primi giudei a diventare cristiani e che prese a seguire gli Apostoli e visto la sua cultura, saggezza e fede genuina, divenne anche il primo dei diaconi di Gerusalemme. Si impegna quotidianamente per diffondere la Buona Novella e per questo motivo viene preso di mira dai giudei che, ritenendolo troppo pericoloso, lo catturano e lo portano davanti al Sinedrio.
La morte
Muore nella valle del Cedron dove viene lapidato. In punto di morte chiede al Signore il perdono per i suoi carnefici. Nel 415 le sue reliquie furono ritrovate e sparse in vari ambienti per contribuire a diffondere ulteriormente il suo culto, già molto presente in diverse parti del mondo.
San Dionigi, papa
San Dionigi fu il 25° papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa dal 22 luglio 259 al 26 dicembre 268.
Nacque in Grecia, probabilmente ad Atene, e fu un sacerdote di grande reputazione nella Chiesa orientale. Si trasferì a Roma come presbitero durante il pontificato di Esteban I, distinguendosi in questa fase nella controversia che viveva la Chiesa per la questione dei lapsi, coloro che per paura del martirio avevano apostatato di Cristo.
Eletto papa nel 259, Dionigi si trovò a guidare la Chiesa in un periodo difficile, caratterizzato dalla persecuzione dell’imperatore Valeriano. Il papa si distinse per il suo coraggio e la sua carità, consolando i fratelli afflitti, riscattandone i prigionieri dai supplizi e insegnando i fondamenti della fede a coloro che li ignoravano.
Tra le sue opere più importanti, si ricorda la lettera che inviò al vescovo Dionigi di Alessandria, in cui difende la dottrina cattolica contro le eresie ariane e pelagiane.
Dionigi morì a Roma il 26 dicembre 268, probabilmente per cause naturali. Il suo corpo fu sepolto nel cimitero di Callisto sulla via Appia.