I santi di oggi, 3 dicembre, sono San Francesco Saverio e San Sofonia
San Francesco Saverio
Sacerdote missionario gesuita e patrono di tutte le missioni estere
Nasce a Javier (Spagna), 7 aprile 1506. Muore sull’Isola di Sancian (Cina) il 3 dicembre 1552
Di nobile famiglia, nasce nel castello di Javer di Navarra in Spagna. Infaticabile diffusore del Vangelo, lascia moltissime lettere in cui descrive dettagliatamente il suo lavoro e la sua vita di missionario. A Parigi conosce Ignazio di Loyola e nella cripta della chiesta di Montmartre si consacra a Dio. In seguito, a Roma, collabora alle Costituzioni della Compagnia di Gesù. Nel 1541 viene mandato dal re del Portogallo nelle Indie Orientali. Poi si reca in India, Ceylon, Giappone e mentre cerca di entrare in Cina muore, a 46 anni. Di carattere cordiale, espansivo, aperto, allaccia amicizie facilmente; di temperamento sanguigno tanto da essere definito “il Divino Impaziente”. Gli vengono riconosciuti poteri taumaturgici, resuscita morti, ha il dono della profezia.
L’avambraccio destro del santo è conservato nella chiesa del Gesù a Roma, di fronte alla tomba di Ignazio di Loyola. Viene canonizzato da Gregorio XV nel 1622. Nel 1927 Pio XI lo proclama patrono dei missionari cattolici.
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San Sofonia
Fu un profeta ebreo vissuto nel VII secolo a.C., al tempo di Giosia, re di Giuda. Il suo nome significa “Yahweh ha nascosto” o “Dio protegge”.
Nacque a Gerusalemme, in una famiglia di sacerdoti. Fu educato alla legge e alla tradizione ebraica, e fin da giovane si sentì chiamato a servire Dio.
Sofonia iniziò la sua missione profetica nel 640 a.C., quando Giosia era ancora un giovane re. In quel periodo, il regno di Giuda era in uno stato di decadenza morale e religiosa. Il popolo aveva abbandonato Dio e si era abbandonato al peccato.
Lui denunciò con forza la corruzione e l’empietà del popolo e predisse che, se il popolo non si fosse pentito, Dio lo avrebbe punito con la rovina.
Le sue parole furono ascoltate da Giosia, che iniziò una profonda riforma religiosa. Il re fece distruggere gli altari pagani, riunì il popolo per leggere la legge di Mosè e rinnovò l’alleanza tra Dio e il suo popolo ma, dopo la morte del re, il popolo tornò a peccare e a praticare l’idolatria.
Sofonia continuò a profetizzare anche dopo la morte di Giosia. Predisse la caduta di Gerusalemme e la deportazione del popolo in Babilonia.
Le sue profezie si avverarono nel 587 a.C., quando Gerusalemme fu conquistata dai babilonesi. Il popolo di Giuda fu deportato in Babilonia, dove rimase per circa 50 anni.
Sofonia morì prima della caduta di Gerusalemme, ma le sue parole continuarono a ispirare il popolo ebraico durante l’esilio.