I santi di oggi, sabato 27 novembre, sono San Virgilio di Salisburgo, San Giacomo l’Interciso e San Gustavo
Il santo di oggi, sabato 27 novembre, è S. Virgilio di Salisburgo
La vita
È un monaco irlandese che proviene da una famiglia nobile e facoltosa. In gioventù si reca in Palestina per un pellegrinaggio. Nel 743 si reca in Gallia dove viene accolto dal padre di Carlo Magno. Successivamente riceve un invito a recarsi in Baviera per evangelizzare la regione e, nel 748, viene eletto vescovo di Salisburgo: in queste vesti evangelizza le regioni slave della Carinzia, della Stiria e della Pannonia. Costruisce la prima cattedrale di Salisburgo intitolata a San Ruperto e fonda, in Alto Adige, il monastero di San Candido. È inoltre un grande studioso di scienza e matematica.
La morte
Muore appena tornato da una missione pastorale. Viene sepolto con grandi onori nella cattedrale di Salisburgo ma viene presto dimenticato. Quattro secoli dopo la sua morte la cattedrale è distrutta da un incendio e durante la ricostruzione vengono rinvenute le sue spoglie. Nello stesso periodo iniziano ad avvenire miracoli e il sepolcro diventa meta di pellegrinaggio. Per questa ragione nel 1233 viene canonizzato. I suoi resti sono tutt’ora conservati nella cattedrale di Salisburgo.
San Giacomo l’Interciso
Martire
Persia, IV sec. – V sec.
Rinnega la fede cristiana per evitare le persecuzioni, ma viene rimproverato aspramente dalla madre e dalla moglie. Per questo decide di riabbracciare la fede. Viene sorpreso a leggere le Sacre Scritture e condannato al martirio. Viene fatto a pezzi (da qui il termine “interciso”), in modo brutale subisce progressivamente l’amputazione delle dita delle mani e dei piedi, poi piedi, mani, braccia e gambe. Infine viene decapitato. I suoi resti vengono bruciati per evitare di essere venerati dai cristiani. Si salva il suo teschio, conservato ancora oggi in Vaticano.
San Gustavo
Gustavo nativo della Gran Bretagna, per cui il nome originale è Gwlstan, fu rapito dai pirati nell’XI secolo; dopo molti anni di schiavitù venne sbarcato nell’Isola di Ouessant (Finistére), all’estremità della penisola della Bretagna, perché aveva un piede deformato da fratture. Là egli venne accolto da Felice, asceta che viveva come eremita; in seguito Felice volle diventare benedettino ed entrò nell’abbazia di Fleury-sur-Loire; non è certo che Gustavo lo seguisse in questa abbazia. Gustavo era un semplice fratello laico analfabeta, nonostante ciò, aveva imparato a memoria i salmi e le preghiere che cantava giorno e notte, concedendosi appena tre ore di sonno.
Felice lo mandò con un altro monaco a dissodare l’isola di Hoedic, che si scorgeva all’orizzonte guardando da St-Gildas; durante un viaggio iniziato per conto del monastero, Gustavo morì il 27 novembre del 1040 a Beauvoir-sur-Mer in Vandea.
Il successore di Felice alla guida di St-Gildas di Rhuys, l’abate Vitale, racconta che dopo la sua morte, il corpo del monaco Gustavo, fu preso dai monaci di S. Filiberto di Noirmoutiers, perché colpiti dal fatto che sulla sua tomba si accumulavano oggetti e ceri, per ringraziamento di grazie ricevute. Apprendendo ciò, l’abate Vitale si rivolse al vescovo Isemberto di Poitiers, per ottenere la restituzione a Rhuys del corpo del santo monaco; ottenutolo, Vitale gli innalzò una tomba di pietra, ancora esistente, posta in una cappella della chiesa dell’abbazia.