I santi di oggi, 25 novembre, sono Santa Caterina d’Alessandria, San Pietro d’Alessandria e San Mercurio di Cesarea
Santa Caterina d’Alessandria
Vergine e martire
La vita
Diciottenne, figlia di nobili, tentò di dissuadere l’imperatore Massimino dal culto pagano e fu condannata a un supplizio orribile dopo aver fatto convertire con la sua sapienza e fermezza numerosi intellettuali di corte. Secondo la tradizione furono gli angeli a portare il suo corpo sul Monte Sinai. Secondo la tradizione Caterina, giovane cristiana nobile, bella e colta, fu martirizzata nel 305 ad Alessandria d’Egitto, centro di antiche culture e capitale della tradizione sapienziale cristiana. I testi, tardivi, con il racconto della vita e del martirio sono una Passio greca del VI-VII secolo scritta probabilmente con scopi edificanti da un chierico di Alessandria o da un monaco del Sinai, e una Conversio forse del secolo VIII. Il suo martirio si colloca all’epoca di Massenzio, o Massimino, che perseguitarono duramente i cristiani. In occasione di una grande celebrazione sacrificale agli dei voluta dall’imperatore, Caterina, rifiutandosi di aderire, avrebbe così apostrofato il sovrano: “Perché vuoi perdere questa folla con il culto degli dei? Impara a conoscere Dio, creatore del mondo e suo Figlio Gesù Cristo che con la croce ha liberato l’umanità dall’inferno”.
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San Pietro di Alessandria
Vescovo e martire
La vita
Nasce ad Alessandria d’Egitto. Papa della Chiesa copta (massima carica del Patriarcato di Alessandria d’Egitto); venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella copta e da quella ortodossa. Patriarca di Alessandra, Padre della Chiesa e martire.
La Chiesa copta tramanda la tradizione secondo cui Pietro, appena nato, fu affidato dai genitori al patriarca Teona affinché lo educasse come sacerdote. Studente della Scuola catechetica di Alessandria, si distinse per la sua profonda conoscenza delle Sacre scritture. Venne perseguitato in quanto cristiano sotto Decio ma riuscì a sopravvivere. Grazie alla sua profonda erudizione, nel 295 fu nominato direttore della Scuola.
Nell 300 Teona, sul letto di morte, consigliò di farne il proprio successore. Nel 303 l’imperatore Diocleziano scatenò una terribile persecuzione contro i cristiani, proseguita in modo intermittente per dieci anni. Pietro, temendo per la sua vita come capo della chiesa copta, lasciò la cattedra vescovile e si pose al riparo nel deserto.
Fu giustiziato il 25 novembre 311 per decapitazione. Dopo l’esecuzione, il suo corpo fu preso dai cristiani e trasferito in una chiesa, dove al momento del funerale fu posto in un luogo di culto elevato.
Pietro fu l’ultima vittima delle terribili persecuzioni che sconvolsero la cristianità copta per quasi dieci anni, pertanto fu chiamato “il Sigillo dei Martiri”.
San Mercurio di Cesarea
Mercurio di Cesarea (… – III secolo) è stato un militare romano che avrebbe subito il martirio per la fede.
Figlio di un cristiano che gli aveva dato il nome di Filopatròs (“che ama il padre”), fu un soldato sotto gli imperatori Decio (249-251) e Valeriano (253-260), la cui carriera lo portò al rango di generale. Quando i due imperatori decisero di iniziare le loro persecuzioni contro i cristiani, Mercurio rivelò all’imperatore la propria fede. Fu per tre volte torturato ma per tre volte venne miracolosamente guarito da un angelo. Infine fu condotto in Cappadocia, sua patria d’origine, e lì decapitato.
Una leggenda lo vuole uccisore dell’imperatore Giuliano. Giuliano (360-363) aveva ripristinato la religione romana dopo Costantino, ma morì durante una campagna contro i Sasanidi, venendo ucciso in battaglia. La devozione dei fedeli vuole che a uccidere l’imperatore “apostata”, fosse stato proprio Mercurio, a seguito di una preghiera di Basilio Magno.
Le reliquie del santo sono conservate presso il Santuario di Monte Vergine presso Avellino, a Toro, nella chiesa del Santissimo Salvatore, e parte nella chiesa di San Mercurio a Serracapriola (FG).