I santi di oggi, 23 novembre, sono San Colombano, San Clemente I Romano e Santa Lucrezia di Mérida
San Colombano
La vita
Monaco ed evangelizzatore, amante della solitudine del deserto e fondatore di monasteri cenobitici, interlocutore di re e di papi, uomo d’azione nella società civile del suo tempo, Colombano è un eterno pellegrino. Dalla sua terra d’origine, l’Irlanda, si reca in Bretagna, quindi in Gallia, da qui in Svizzera per passare poi in Italia; ed è in Italia, nel monastero di Bobbio, nella valle del Trebbia, che Colombano passa da questo mondo al Padre, concludendo il suo pellegrinaggio terreno. “Lasciando la tua patria, alla Patria ritorni”, canta l’inno primo in suo onore. Conosciamo la vita di Colombano grazie all’opera del suo biografo, Giona, monaco del monastero di Bobbio, che non conobbe personalmente il fondatore del suo monastero, ma visse con i suoi compagni, ne raccolse i ricordi e nel 640, cioè circa venticinque anni dopo la morte del santo, ne scrisse la biografia. “La Vita di Colombano”, afferma De Vogüé, “vuol essere innanzitutto un’epifania della potenza di Dio”. Per Giona la biografia del santo non si conclude con la sua morte; essa si prolunga naturalmente nel racconto della vita dei suoi discepoli; l’eredità lasciata da Colombano è data, oltre che dai suoi scritti, dagli uomini e dalle donne che vivono secondo i suoi insegnamenti.
Aneddoti
Mentre la madre lo porta in grembo vede uscire dal suo seno una grande luce che inonda il mondo
Ha un certo potere sugli animali: al suo richiamo tutti gli uccelli gli svolazzano intorno e si fermano a beccare il cibo dalle sue mani; il corvo gli riporta un guanto smarrito, un orso si adatta a diventare un animale da traino.
La morte
Si addormenta nella pace di Dio nel 615 a Bobbio, circondato dai suoi monaci. La sua tomba la si trova nella cripta dell’abbazia di Bobbio.
San Clemente I Romano
Nasce a Roma in una famiglia di origine ebrea ma riceve una educazione pagana. Si converte al cristianesimo e ha l’occasione di conoscere Pietro grazie all’apostolo Barnaba. Pietro lo stima moltissimo e lo considera il suo successore: alla morte del Principe degli Apostoli, però, Clemente rifiuta l’incarico per umiltà. Nell’anno 88, però, è eletto pontefice. E’ il quarto papa dopo Pietro, Lino e Anacleto. Il suo pontificato dura circa 8 anni sotto gli imperatori Domiziano, Nerva e Traiano.
La morte
Secondo la tradizione muore in Crimea dove è stato mandato in esilio e condannato ai lavori forzati da Traiano. Accetta con rassegnazione la volontà divina e si distingue quale esempio di mansuetudine e obbedienza. Compie un miracolo facendo sgorgare l’acqua dal terreno in un momento di siccità. Per questo motivo viene condannato a morte: gli appendono un’ancora al collo e lo gettano in mare. I cristiani pregano il Signore di poter recuperare il suo corpo: il mare a quel punto si ritira e restituisce la salma del papa che viene riportata a Roma dove riposa nella chiesa a lui dedicata.
Santa Lucrezia di Mérida
Originaria della Spagna, Santa Lucrezia è tradizionalmente considerata martire, caduta al tempo della persecuzione di Diocleziano e sotto il prefetto Daciano. Sua patria e luogo della sua morte sarebbe stata la città di Mérida, città anche della più celebre martire fanciulla Santa Eulalia, festeggiata il 10 dicembre. Forse proprio la gloria di questa concittadina ha contribuito a oscurare il ricordo di Santa Lucrezia. Sul suo conto infatti non si conosce nulla e si sa soltanto che il suo culto è molto antico e radicato.