I Santi di oggi, 15 novembre, sono Sant’Alberto Magno, San Giuseppe Pignatelli e San Raffaele di San Giuseppe
La vita di Sant’Alberto Magno
Vescovo e dottore della Chiesa
Nato a Lauingen (Germania) nel 1206 circa. Molto giovane si reca in Italia per studiare le arti a Padova. Viene poi mandato a Colonia dove si trova la scuola più prestigiosa dell’Ordine dei Domenicani. È considerato il più grande filosofo e teologo tedesco del medioevo. La Chiesa cattolica lo venera come santo protettore degli scienziati ed è uno dei Dottori della Chiesa.
Il nome Alberto deriva dal tedesco e vuol dire “di illustre nobiltà”. Nelle immagini sacre è spesso raffigurato con un bastone pastorale, simbolo della sua carica ecclesiastica.
Sant’Alberto muore serenamente nel 1280 a Colonia. Le sue spoglie sono conservate in un sarcofago nella chiesa di Sant’Andrea (Colonia).
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La vita di San Giuseppe Pignatelli
Sacerdote gesuita
Figlio del principe Antonio Pignatelli Aragona Cortés e di Maria Francesca de Moncayo Blanes y Centelles, contessa di Fuentes, Giuseppe nasce a Saragozza il 27 dicembre 1737. Rimane orfano di entrambe i genitori e viene inviato nel collegio dei Gesuiti dove matura la vocazione religiosa. A quindici anni entra nel noviziato della provincia aragonese, una casa santificata dalla presenza di S. Pietro Claver.
Nel dicembre del 1762 fu ordinato sacerdote. Nel 1767 i Gesuiti furono cacciati dalla Spagna e Giuseppe si trasferì in Italia, prima a Ferrara, poi a Bologna e infine a Roma. Giuseppe Pignatelli prese il timone della dispersa Compagnia di Gesù e la condusse sicura attraverso i mari e le città d’Italia, anche se fra molte tempeste.
Trascorre gli ultimi anni della sua vita nel piccolo ospizio di San Pantaleo a Roma. Affetto da violente emicranie muore la notte del 15 novembre 1811. Le sue spoglie mortali sono venerate nella chiesa romana del Gesù. E’ canonizzato nel 1954.
San Raffaele di San Giuseppe
Nato a Vilnius, in Lituania, nel 1835, Josef Kalinowski è ingegnere militare e capitano di Stato maggiore. Lavora a ferrovie e fortezze. Partecipa, sia pur controvoglia, alla rivolta polacco-lituana contro i russi. Conosce per questo i lavori forzati in Siberia, dove porta con sé il Vangelo, l’«Imitazione di Cristo» e un crocifisso, beneficando chi incontra. Liberato, entra quarantaduenne nel Carmelo di Graz. Divenuto fra’ Raffaele di San Giuseppe, va in Polonia, a Czerna dove passa le sue giornate esercitando per ore e ore il ministero della Confessione. Vorrebbe restare lì, ma il suo ordine lo chiamo a fondare nuove comunità nel Paese. L’ultima la fonderà a Wadowice, dove morirà nel 1907. E proprio qui, tredici anni più tardi, nascerà Karol Wojtyla, che proprio grazie all’eredità di Kalinowski scoprirà l’universo carmelitano, cui resterà sempre molto legato. E sarà proprio lui, divenuto Papa, a canonizzarlo nel 1991.