I santi di oggi, 24 ottobre, sono sant’Antonio Maria Claret e san Luigi Guanella
I santi di oggi, 24 ottobre, sono sant’Antonio Maria Claret e san Luigi Guanella
Sant’Antonio Maria Claret, arcivescovo e fondatore dei Missionari Figli dell’Immacolato.
La vita del santo
Nacque a Sallent, nella diocesi spagnola di Vic, nel 1807. In giovane età si sentiva attratto dalla vita contemplativa e avrebbe voluto farsi certosino, ma ne fu sconsigliato da un sacerdote che intuì le sue grandi doti missionarie. Ordinato sacerdote, per diversi anni percorse la Catalogna predicando al popolo.
Fondò la Congregazione dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria (Claretiani) nel 1849 e, fatto vescovo nell’isola di Cuba, si adoperò con grande impegno per la salvezza delle anime.
Guardò con particolare simpatia al mondo degli artisti, per i quali fondò addirittura un’accademia intitolata a S. Michele. Nel 1870 presso Fontfroide (Francia), terminò i suoi giorni nel bacio del Signore. Pio XII lo incluse nell’albo dei santi durante l’anno santo 1950.
La curiosità
Fin da giovane si impone delle penitenze. Alla sorella Rosa che gli chiede coma mai spesso nelle sue scarpe trovi dei sassolini lui risponde che ‘servono a ricordarmi la presenza di Dio’.
San Luigi Guanella
La vita del santo
Nasce in provincia di Sondrio nel 1842 ed è il nono di undici fratelli. All’età di 12 anni entra nel collegio dei Padri Comaschi e poi in seminario. Nel 1875 conosce don Bosco e rimane con lui per tre anni maturando il proposito di assistere i poveri e i bisognosi: si trova costretto ad abbandonarlo quando viene richiamato dal suo vescovo in diocesi. Nel 1878 è nominato parroco a Pianello Lario dove fonda un ospizio per orfani e successivamente la “Casa della Divina Provvidenza” che si diffonderà in altri luoghi di Italia e poi all’estero. In quegli anni di anticlericalismo viene perseguitato e guardato con sospetto. Si reca in America per assistere gli emigranti e si dedica al risanamento delle zone malariche in patria. Nel 1915 riceve la Medaglia d’Oro dalla città di Como per l’assistenza ai mutilati di guerra. Dedica la sua intera vita a opere di carità per i poveri e i bisognosi che aiuta instancabilmente.
La morte
Nello stesso anno è colpito da paralisi e al suo capezzale giunge anche don Orione che gli accarezza dolcemente la guancia. Muore dopo circa un mese di sofferenze e le sue spoglie mortali sono venerate a Como, nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù. E’ canonizzato nel 2011.