Il 17 ottobre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà
Ricorre oggi, la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà. In un mondo caratterizzato da un livello di sviluppo economico, mezzi tecnologici e risorse finanziarie senza precedenti, che milioni di persone vivano in estrema povertà è un oltraggio morale. La povertà non è solo un problema economico, ma piuttosto un fenomeno multidimensionale che comprende la mancanza sia di reddito che delle capacità di base per vivere dignitosamente.
Le persone che vivono in povertà sperimentano molte privazioni interconnesse, che si rafforzano a vicenda e impediscono loro di realizzare i propri diritti e aggravano la loro condizione tra cui: condizioni di lavoro pericolose, alloggi non sicuri, mancanza di cibo nutriente, disuguale accesso alla giustizia, mancanza di potere politico, accesso limitato all’assistenza sanitaria.
La pandemia ha portato a invertire decenni di progressi nella lotta alla povertà e alla povertà estrema. Secondo la Banca Mondiale, tra 88 e 115 milioni di persone sono spinte nella povertà a causa della crisi, con la maggior parte dei nuovi poveri estremi che si trovano nei paesi dell’Asia meridionale e sub-sahariana dove i tassi di povertà sono già alti. Nel 2021, questo numero dovrebbe salire tra 143 e 163 milioni. Questi “nuovi poveri” si uniranno ai ranghi degli 1,3 miliardi di persone che già vivono in una povertà multidimensionale e persistente e che hanno visto aggravarsi le loro privazioni preesistenti durante la pandemia globale.
“Mentre ci imbarchiamo nella ripresa post-Covid e torniamo in carreggiata con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, molti parlano di “ricostruire meglio”, ma il messaggio è chiaro dalle persone che vivono in estrema povertà che non vogliono un ritorno a passato né per ricostruire quello che era prima. Non vogliono un ritorno agli svantaggi e alle disuguaglianze strutturali endemiche ma si propongono di andare avanti. Costruire in avanti significa trasformare il nostro rapporto con la natura, smantellare le strutture di discriminazione che svantaggiano le persone in povertà e costruire sul quadro morale e giuridico dei diritti umani, ponendo la dignità al centro della politica e dell’azione. Costruire in avanti significa non solo che nessuno sia lasciato indietro, ma che le persone che vivono in povertà siano attivamente incoraggiate e sostenute per essere in prima linea, impegnandosi in una partecipazione informata e significativa nei processi decisionali che influenzano direttamente le loro vite. Nel costruire in avanti, dobbiamo lasciarci arricchire dalla ricchezza di saggezza, energia e intraprendenza delle persone che vivono in povertà e capire quanto possono contribuire alle nostre comunità, alle nostre società e, in definitiva, al nostro pianeta”.