I santi di oggi, 8 ottobre, sono san Ugo da Genova, Santa Reparata e Santa Pelagia
I santi di oggi, 8 ottobre, sono san Ugo da Genova e Santa Reparata
Ugo Canefri, o Sant’Ugo da Genova fu un nobile crociato che dedicò quasi tutta la sua vita alla cura degli infermi a Genova; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Canefri nacque a Castellazzo Bormida probabilmente nel 1148 dalla famiglia alessandrina dei conti Canefri, signori di Gamondio.
Insieme a Corrado del Monferrato e a Guala Bicchieri console di Vercelli partecipò alla terza crociata. Avendo visto con i propri occhi gli orrori della guerra, decise di entrare nell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di S. Giovanni in Gerusalemme, i quali mutarono poi il nome in Cavalieri di Malta. Al termine della crociata, venne destinato all’Ospedale della Commenda di San Giovanni di Pré a Genova in qualità di cappellano laddove si dedicò alla cura degli infermi e dei pellegrini per oltre cinquant’anni.
Gli vengono attribuiti diversi miracoli legati all’acqua.
La causa di canonizzazione venne istruita dall’arcivescovo di Genova Ottone Ghilini, per incarico di papa Gregorio IX poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1233.
Può considerarsi il primo santo collegato cronologicamente alla neonata città di Alessandria sorta proprio nel 1168.
Santa Reparata
Reparata è una giovane palestinese che abbraccia fin da giovanissima la fede cristiana. All’età di 12 anni, dopo essersi rifiutata di fare sacrifici agli dei pagani, viene sottoposta a indicibili torture e infine uccisa con un colpo di clava per ordine dell’imperatore Decio. Il primo autore a parlare di lei è Beda il Venerabile che racconta come i presenti abbiano visto l’anima di Reparata salire al cielo sotto forma di una colomba. Il suo culto era molto diffuso nel Medioevo ed è la patrona della città di Firenze: la chiesa che porta il suo nome è l’antica cattedrale della città, sul cui sito è stata eretta Santa Maria del Fiore a partire dal 1296.
Santa Pelagia
Pelagia fu una giovane martire di Antiochia, vittima della persecuzione di Diocleziano. A 15 anni, testimoniò in modo insolito la sua fedeltà a Cristo: quando i soldati dell’imperatore si recarono nella sua casa per portarla davanti al tribunale che l’avrebbe sicuramente condannata perché cristiana, Pelagia domandò loro di permetterle di mutarsi d’abito. Avuto il permesso, salì al piano superiore e ben sapendo a quale trattamento indegno sarebbe stato esposto il suo corpo, si uccise gettandosi dalla finestra. San Giovanni Crisostomo, involontariamente, ha oscurato la fama di questa Pelagia, raccontando la storia di una ballerina di Antiochia dallo stesso nome, che la gente chiamava Margherita, cioè perla preziosa, per la rara bellezza del suo volto e per i ricchi ornamenti del suo corpo. Bellezza da cui lo stesso vescovo Nonno trasse un insegnamento di tipo spirituale. Le stesse parole del pastore portarono questa Pelagia alla conversione e al battesimo. Si recò poi a piedi a Gerusalemme dove visse in una grotta sul Monte degli Ulivi per il resto dei suoi anni.