I santi di oggi, 6 ottobre, sono san Bruno, san Fede di Agen e san Magno
San Bruno (o Brunone)
Monaco cristiano tedesco, fondatore dell’Ordine certosino, nato in Germania nel 1030 e morto a Serra San Bruno in Calabria il 6 ottobre 1101.
La storia
Ancora giovane Bruno andò in Francia a dirigere una scuola ma nel 1076 fu costretto a cercare rifugio presso il conte Ebal di Roucy, a causa di problemi con il vescovo Manasse di Gournay. In quegli anni difficili nacque la sua vocazione alla vita monastica. Rientrato in Francia, si recò all’eremo di Molesme dove, con sei compagni, cercò un luogo solitario per erigervi un suo monastero. Ottenne il terreno dal vescovo di Grenoble, Ugo di Châteauneuf. Il primo monastero Grande Chartreuse, fu fondato nel 1084. Ma sei anni dopo Urbano II lo convocò a Roma, al servizio della Santa Sede. Non potendo declinare l’invito del Papa, Bruno dovette abbandonare i compagni pur sapendo che la comunità avrebbe sofferto molto per il suo allontamento. Ma Bruno da Roma riuscì a convincere i suoi confratelli a continuare.
Bruno si rendeva sempre più conto che non era a suo agio nell’ambiente della corte pontificia dell’epoca. Da qui il desiderio di ritrovare al più presto l’isolamento e la preghiera. In seguito richiese e ottenne il permesso di ritirarsi in solitudine. Il conte Ruggero gli offrì un territorio nella località chiamata Torre, l’attuale Serra San Bruno nel cuore della Calabria dove fondò l’eremo di Santa Maria dove trascorse gli ultimi dieci anni della sua esistenza. Domenica 6 ottobre 1101 morì circondato dai confratelli.
San Fede di Agen
Martire
La vita
Poche le notizie di questa santa sia storiche che della sua vita. Nasce da una famiglia nobile. A 12 anni viene arrestata dal prefetto Daciano perché cristiana. Rimanendo molto decisa sulle sue scelte viene prima posta su una graticola e poi decapitata.
San Magno
Nasce alla fine del VI secolo ad Altino. in provincia di Venezia. Una volta acquisita un’ottima educazione umanistica, Magno sceglie la vita eremitica, durante la quale si prepara a ricevere l’ordinazione sacerdotale che avviene nella città di Opitergium, oggi Oderzo. In questa città dà inizio al suo impegno rivolto ad estirpare sia il paganesimo, sia l’eresia ariana.
Date le circostanze non proprio favorevoli per gli opitergini, Magno organizza, con il consenso di papa Severino, una “transumanza” civica in un’isoletta che verrà successivamente chiamata Eraclea. Tra le prime cose fà costruire la cattedrale dedicata all’apostolo Pietro e altre chiese nei luoghi dove più tardi sorgerà Venezia. In questa impresa di trasferimento da Oderzo ad Eraclea, Magno figura agli occhi dei cittadini come un novello che guida il suo popolo alla terra promessa.
Verso il 670 circa, Magno muore a Oderzo e i suoi resti vengono inumati nella sua cattedrale. Secondo una costante tradizione quando Magno viene cacciato dai Barbari e cerca un rifugio nelle lagune di Venezia, San Raffaele si presenta a lui in una visione e gli dice che vuole avere un santuario in quel luogo. Il vescovo obbedisce e innalza una chiesa in onore di San Raffaele nella parte della città chiamata Dorso Daro. Illuminato da una luce soprannaturale, Magno avrebbe visto svolgersi sotto i suoi sguardi gli eventi futuri della splendida storia di Venezia.
Il culto di San Magno non cessa di esistere nella diocesi di Venezia, dove le spoglie mortali vengono traslate nel 1206 dal Doge Pietro Zani. Attualmente i suoi resti riposano ad Eraclea conservati nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria Immacolata. San Magno ha come emblema il Bastone Pastorale Episcopale ed è considerato protettore dei muratori.