Il coraggio di osare, la responsabilità di tirare
Longo ha già messo i giocatori davanti a un bivio. "Resta chi dimostra di volere e poter essere da Alessandria"
PONTEDERA – Della serie: prendiamo il punto, nonostante il passo indietro, che anche Moreno Longo riconosce. “Rispetto alle ultime gare, abbiamo fatto più fatica negli ultimi 25/30 metri, dove non abbiamo trovato le giuste soluzioni per essere pericolosi. Abbiamo messo diversi cross, ma meno qualitativi, con meno precisione“.
L’impressione è quella di una squadra che non osa, perché non vuole e non perché non può. Anche su questo Longo ha le idee chiare. “Dobbiamo prendere la responsabilità di calciare da fuori, perché abbiamo giocatori dotati di un buon tiro. Dobbiamo osare nell’uno contro uno, cercando giocate che permettano di aprire spazi molto ridotti, come abbiamo trovato qui a Pontedera”. Avversaria che non prende gol da quattro gare, un record della gestione Maraia. “Contro avversarie che difendono, bene, al limite dell’area, non è facile trovare giocate e spazi, ma noi dobbiamo insistere. Con maggior coraggio“. Una qualità, il coraggio, che sembra proprio fare difetto ai Grigi.
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TESTA AL FUTURO
L’impressione, però, che Longo stia già lavorando per il futuro. Non ha accantonato questa stagione, i “minitraguardi”, come il miglior piazzamento in chiave playoff, restano, ma lo sguardo, le valutazioni e i ragionamenti sono proiettati in avanti. Dopo un mese le idee incominciano ad essere chiare anche per lui, sui limiti di molti interpreti e sulle lacune del gruppo. Anche se, da abile piscologo, tiene tutti sulla corda. “I miei giocatori sono i più forti a disposizione, con cui lavoro in questo momento e con cui spero di lavorare anche l’anno prossimo. Giocatori che sanno bene che si giocano una possibile riconferma”.
Se la devono meritare, dunque, indipendentemente dalla durata del contratto: un ‘dentro o fuori’ da giocarsi in quattro mesi. “Devono dimostare a me, alla società, che possono e vogliono far parte del progetto, di una nuova era con una Alessandria vincente. Lo devono fare con le loro caratteristiche e con la persomalità che serve per qualcosa di speciale, come questa piazza merita”. Fino ad ora, prestazioni alla mano, non sono tanti quelli che stanno offrendo questa dimostrazione. Nell’immediato, proprio nella logica dei minitraguardi, in cosa si può provare a crescere? “La disponibilità che i giocatori mi danno ogni giorno è una strada: nei 30 giorni nostri di gestione abbiamo giocato tanto, con poca possibilità di lavorare sul campo e provare e riprovare le situazioni. Ora avremo una settimana piena per farlo”.
UOMINI CONTATI
Non è certo un alibi (e Longo non lo cerca) la panchina molto corta, con due portieri e due under, Poppa e Podda, aggiunti per avere almeno due opzioni in più e non presentarsi con solo sette cambi. Ma i due forfait dell’ultima ora hanno pesato. Soprattuto uno, Eusepi, “fastidio al pube, non riusciva a scattare“. Recuperarlo per la Carrarese è un punto interrogativo, da valutare nei prossimi giorni, con la speranza che non sia un problema di pubalgia. Per Macchioni, invece, “sciatalgia alla schiena, cher non gli ha permesso di far parte dei convocati”. Due in meno che si sommano a Mustacchio, Mora e Bruccini in infermeria e a Parodi squalificato: scelte obbligate? “In un momento come questo scelte limitate, sia al fischio d’inizio, sia durante la gara“.
PERCHE’ NON A 4?
L’emergenza aveva legittimato l’idea di un cambio di modulo, che non c’è stato. “Anche dopo questa gara rifarei la scelta di giocare con il 3-5-2. Passare a 4 con due soli allenamenti per cambiare era poco e a me non piace esporre la squadra all’improvvisazione. Avremmo anche potuto avere qualche beneficio, ma anche perdere certezze che fanno parte di un contesto organizzato. Per questo ho preferito adattare Chiarello a destra: in una linea a 4 avremmo dovuto adattare due terzini: Parodi, quello che può farlo meglio a destra, era squalificato, e Celia è più predisposto alla fase di spinta e avrebbe potuto soffrire. Per questo si è optato per l’impianto di gioco in cui i ragazzi si riconoscono”