“Devo capire chi può stare nel gruppo”
Longo: "Sceglierò chi merita. Anche le prestazioni negative servono". Il rosso? "I giocatori forti non cadono nelle provocazioni"
NOVARA – Se a qualcosa il derby è servito, è aver denudato i giocatori. Sì, ora sono nudi alla metà, soprattutto di fronte al loro allenatore. Che, da adesso, a partire proprio da questa prestazione indecorosa, inizierà a fare le scelte. Tutti con le spalle al muro, anche chi sul campo oggi si è nascosto, è scappato di fronte alle difficoltà, è scomparso dal gioco nonostante fosse fisicamente presente. “Fino al loro gol non pervenuti“, ammette anche Longo: è un verdetto pesantissimo, significa aver bisogno di trovarsi in difficoltà per abbozzare una reazione. Questo è da squadre deboli, non da protagoniste del campionato.
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E’ una sconfitta che fa calare il sipario sulla stagione? Evidentemente sì, almeno sui traguardi sbandierati in estate e ribaditi durante un mercato di gennaio, di cui, per il momento, gli effetti sono impalpabili. Una squadra senza spina dorsale, che viaggia sotto ritmo: l’ha vista anche Moreno Longo, che non abbassa ancora il tendone della scena, ma indica la strada. Perché fra poche ore si potrà trovare nella stessa condizione in cui era al momento del suo arrivo, a -11 dalla capolista.
Fino al loro gol non pervenuti, sul rigore una ingenuità, e un errore individuale, a difesa schierata. L’intensità che voglio io è diversa
Allora, mister, da oggi cambiano le prospettive?
“Quando sono arrivato, l’Alessandria era distante undici punti dal primo posto. Mi è stato chiesto di fare il massimo, e fino all’ultimo questa sarà la priorità, per tentare il recupero o per cercare la migliore posizione nei playoff e ancora il massimo in questo supplemento di campionato, se quello sarà il nostro percorso. Dunque le prospettive, per quanto mi riguada, non cambiano, perché mi è stato domandato, soprattutto, di entrare dentro questa squadra e iniziare a pesare e valutare le situazioni che serviranno per costruire la squadra del futuro. I ragazzi lo sanno, noi dobbiamo fare il meglio possibile, da qua alla fine, ma io sto lavorando, con lo staff, per costruire il biennio che arriverà, e da questo gruppo dovremo tirare fuori chi, davvero, potrà fare parte di questo progetto di una Alessandria vincente“. Dunque tutti sotto esame, tutti svestiti di abiti nobili di cui si sono troppo spesso ammantati, tutti con 15 gare a disposizione prima che cali la rete che dividerà chi ci potrà stare e chi non sarà ‘da Grigi’.
Una gara sotto ritmo, in bali dell’avversario e con errori evidenti come nell’azione del rigore. Perché?
L’intensità che richiedo io è molto diversa, bisogna capire che si deve essere umili nella testa per arrivare primi sui rimbalzi, sulle seconde palle. Può essere anche una questione fisica, di condizione e tenuta, ma anche e soprattutto mentale: di volontà di voglia, di motivazioni. Se non ci toglie di dosso l’abito da sfilata e si indossa, invece, la tuta da lavoro, i risultati non arriverranno mai. Adesso devo dare una sterzata forte e devo farlo subito: in C, chi scende in campo in punra di piedi (come ha fatto l’Alessandria oggi, ndr) rischia di perdere ovunque e contro chiunque.
Anche dalle prestazioni come questa posso imparare molto sui giocatori, per decidere per l’immediato e per il futuro
C’è un caso Eusepi? Ha problemi fisici?
Eusepi sta bene, ho preferito Stanco per giocarmi l’ultimo quarto d’ora. Ho scelto un giocatore rispetto a un altro. Nessun problema fisisco o di altro genere. Una decsione mia, per questa gara.
Frediani è una soluzione per fronteggiare l’emergenza sulle fasce?
Frediani è una soluzione che si sposa molto bene in quella posizione dove abbiamo assenze: per caratteristiche che, lo ribadisco, il ‘quinto’ deve avere. Per come è stata costruita questa squadra, servono interpreti con qualità negli ultimi 20/25 metri e Marco è entrato molto bene e si è rivelato una delle poche note positive di questa partita. Punto su di lui non ha ancora una condizione sufficiente per avere più minutaggio, ma sta dando segnali importanti.
Non c’è un caso Eusepi, ho preferito Stanco. A centrocampo ho aggiunto due mezzali che avrebbero dovuto alzare il livello qualitativo degli inserimenti
Il centrocampo ha iniziato con alcuni interpretri, cioè Giorno, Bruccini e Chiarello, poi sono entrati Di Quinzio e Casarini. Mescolando l’ordine dei fattori, però, il risultato è rimasto identico, cioè scadente. Perché?.
Giorno era a rischio secondo giallo (come Cosenza), per questo al centro ho messo Bruccini e lavorato con due mezzali, che avrebbero dovuto darci un livello più alto di palleggio e di inserimento nell’area di rigore, almeno qualitativamente. Inizio a scoprire ora tutte le caratteristiche dei giocatori, anche dalle risposte negative. A volte si può crescere di più con una sconfitta, la vittoria ti può far vedere solo certe sfumature”. Parole che suonano come una bocciatura anche severa.
Come si spiega il rosso ad Arrighini?
E’un segnale di ingenuità e di debolezza. Di provocazioni e di situazioni come questa ce ne saranno tante, e in ogni gara: i giocatori forti lo sono soprattutto di fronte a questi episodi, non si lasciano provocare e mettere nella condizione di poter reagire. Arrighini è un bravissimo ragazzo e non è un atteggiamento che solitamente gli appartiene, ma comunque non è ammissibile cadere in queste trappole: bisogna essere concentrati quando si è in campo e non dobbiamo andare dietro alle chiacchiere o alle parole dette, che servono solo a distogliere dall’obiettivo finale.