“Papà Fausto avrebbe amato tanto anche il ciclismo di oggi”
Nel Coppi Live del Museo dei Campionissimi sottolineato il valore storico del Campionissimo
NOVI LIGURE – “Aveva ragione Mario Soldati quando sosteneva che Fausto Coppi e Gino Bartali dovrebbero essere materia di studio nelle scuole”. Beppe Conti, giorenalista e scrittore, colloca il Campionissimo in quella che anche Emanuele Dotto, voce e volto del Giro d’Italia fino al 2019 per la Rai, considera proprio “la dimensione storica di Coppi. Perché ha scritto la storia del ciclismo e dell’Italia e anche quando si pedala verso il futuro, bisogna avere lo specchietto retrovisore ben orientato sulla memoria”. Conti e Dotto hanno contribuito a celebrare l’Airone nel ‘Coppi live‘ organizzato dal Museo dei Campionissimi, dove dal 2003, il pomeriggio del 2 gennaio, c’è un omaggio “al più grande e al più forte di tutti” (la definizione è di Conti). Quest’anno a distanza, on line, ma con contatti da tutta Italia, fra i molti anche uno dal Ciclo Club Fausto Coppi di Capaci.
Un’ora e mezza di aneddoti, storie, testimonianze, dibattito, che anche l’assessore alla cultura e allo sport Andrea Sisti si augura di ripotare, presto, negli spazi di un museo unico nelo suo genere.
In vantaggio di vent’anni
Coppi avanti almeno vent’anni su tutti, “nell’allenamento, nell’alimentazione, nell’abbigliamento, nella programmazione – ricorda Silvio Martinello, campione del mondo e olimpico in pista e commentatore tv – Anche nella multispecialità attuale del ciclismo, perché Coppi vinceva su strada e in pista e anche in questo ha anticipato i tempi”.
Il presagio di Serse
Coppi che alimenta ricordi anche in Massimo Poggio, l’attore, innamorato della bicicletta, salito a Castellania per le riprese di un documenmtario (“Sulle strade di Fausto”), che ha ben impresse nella memoria quelle ore nel cortile di Casa Coppi a raccogliere parole ed emozioni, anche su Serse, di cui nel 2021 ricorrono i 70 anni dalla tragica scomparsa, figura fondamentale per il Campionissimo, anche una sorta di direttore tecnico dentro la squadra. Serse che, come ricorda ancora Beppe Conti, “aveva avuto un presagio alla vigilia di quel 29 giugno 1951: con Ettore Milano era entrato nel negozio di Melchionni, ad Alessandria, per acquistare un abito nuovo per una serata galante e all’amico aveva detto: se dovessi morire mettetemi questo abito. Serse sentiva che non sarebbe tornato a casa”.
La vita in più
Coppi a cui 20 giornalisti e scrittori (fra cui Mimma Caligaris, che ha partecipato al live, presentato da Luciano Asborno) hanno deciso di offrire “Una vita in più“, perché questo è il titolo dell’ultimo libro (edizioni Bolis), in libreria da pochi giorni, un gioco letterario con il Campionissimo protagonista di anni immaginati, come se il 2 gennaio 1960 la sua vita non si fosse interrotta per sempre.
Coppi esempio anche per il ciclismo di oggi che, come spiega Massimo Subbrero, team manager di Overall Tre Colli, “dovrebbe avere più attenzione, sempre, per chi si impegna per avvicinare i giovani e farli correre. Cosa avrebbe fatto Coppi se si fosse trovato alla 19a tappa dell’ultimo Giro, quella con il percorso dimezzato per scelta dei corridori? Non sarebbe scesa mai dalla bici, avrebbe detto che le gare si corrono, e si vincono, e non si interrompono“.
In corsa anche oggi
Coppi a cui, secondo Marina e Faustino, i figli, sarebbe piaciuto tutto del ciclismo moderno, “perché papà amava troppo la bicicletta, correre era la sua vita e lo avrebbe fatto anche oggi, in ogni angolo del mondo, e su tutte le strade”.
Coppi, anzi “il caporale Fausto Coppi” che è stato ricordato anche a Ercole di Caserta, questa mattina, a pochi metri dalla casa dove era al servizio del tenente Towell, ufficiale della Raf, appena tornato dalla prigionia, e dove c’è una associazione, “Amici di Coppi”, impegnata a tenere viva la memoria.
Il Coppi Live del Museo dei Campionissimi si può rivedere sul canale youtube del Comune di Novi. Aspettando di tornare a Castellania e al museo.