Artigiani già in crisi: oltre 30% di produzione in meno
ALESSANDRIA – È bastato un giro di telefonate e di email a pochi giorni dall’entrata in vigore del decreto sul coronavirus che bloccava il Piemonte orientale (poi esteso a tutta Italia) per quantificare il danno che gli artigiani piemontesi stanno subendo. -34,56% di produzione, -31,91% sui volumi d’affari e 22,44 per cento di ordini cancellati.
Confartigianato Imprese Piemonte è molto preoccupata e per bocca del presidente Giorgio Felici segnala un marcato rallentamento dell’attività e degli ordinativi: «Il 68% degli intervistati ha dichiarato che l’emergenza coronavirus ha avuto un impatto negativo, occorre ora mettere subito in campo misure efficaci che riducano l’impatto sulla situazione economico-finanziaria di contributi e imposte statali e regionali e, quindi, in tal modo sostengano il mantenimento dei livelli occupazionali».
Il Fondo Sostegno Bilaterale Artigiano (una sorta di cassa integrazione per gli artigiani) prevede per fortuna una clausola ‘covid 19’ che consente di avere un ulteriore periodo di copertura fino a 20 settimane aggiuntive su base biennale.
Solo il settore edile pesa per oltre 50 mila imprese per circa 65 mila lavoratori dipendenti. «Inoltre per le micro e piccole imprese, nonché quelle artigiane sono necessari i seguenti provvedimenti. Chiediamo la sospensione di imposte e tributi; sospensione pagamenti utenze e facilitazioni al credito e previdenza, oltre ad indennità ai liberi professionisti per la perdita del fatturato», conclude Felici.