Capire l’epidemia ci aiuta a combatterla
ALESSANDRIA – C’è un evidente paradosso in questa epidemia, che se non viene sufficientemente spiegato alle persone fa attecchire il seme del complottismo e della diffidenza: i numeri che si leggono in giro apparentemente non spiegano il perché di tutta questa paura per una eventuale epidemia di Covid-19 e quello che è più sorprendente è che sono veri, bisogna solo saperli leggere.
Il tasso di mortalità per Covid-19 in Italia fra i contagiati va diviso in tre fasce: da 0 a 69 anni il rischio è nell’ordine dello 0.5% (uno su duecento circa), da 70 a 79 anni sale a uno su poco meno di venti (5.3%), oltre gli ottant’anni è più o meno uno su nove (10.9%).
Nell’analizzare il problema però non bisogna preoccuparsi del rischio individuale, quanto del rischio di popolazione: la percentuale di possibilità che un singolo individuo contragga la malattia e da questa ne derivi gravi danni o la morte è di per sé bassissima; da questo non bisogna dedurre che non si ammalerà e non morirà nessuno, perché a fare vittime più che il virus sarà lo stress sulla popolazione e sulle strutture mediche e sui lavoratori della sanità. E’ la stessa ragione per cui si cerca di vaccinare il maggior numero di persone contro alcune malattie: il rischio di contrarle è molto basso, ma serve che rimanga il più possibile vicino allo zero perché quando c’è un caso è quasi impossibile evitare che venga a contatto con le persone più fragili come bambini, anziani, immunodepressi e che di conseguenza qualcuna di loro finisca per non sopravvivere.
Tutte le malattie infettive sono pericolose, se fino ad adesso non hanno mostrato tutta la loro letalità è perché abbiamo per difenderci i vaccini, le medicine, gli ospedali: nel caso del Covid-19 questi aiuti attualmente in parte mancano e gli ospedali da soli potrebbero non essere in grado di reggere l’impatto di una epidemia. E’ per questo che si cerca di contenerla imponendo l’autoisolamento: perché non c’è una alternativa praticabile che non si trasformi in uno scenario catastrofico in pochi giorni e perché potrebbe davvero colpire tutti prima o poi.
Le misure varate nel weekend, per quanto restrittive, potrebbero davvero salvare la vita a migliaia di persone: Lancet, la prestigiosa rivista inglese di medicina, ha accusato nell’edizione di sabato i grandi paesi occidentali di non avere saputo prendere in tempo e con la dovuta determinazione le misure in grado di contenere l’epidemia. “Troppo poco, troppo tardi”, titolavano; per il bene dell’Italia, speriamo che si sbaglino e che siamo ancora in tempo.
– liberamente adattato da un articolo più tecnico di Salvo Di Grazia