Il bilancio di una complicata domenica
I morti salgono a nove. Il decreto e le restrizioni. Anche Cirio "positivo"
ALESSANDRIA – Non “zona rossa” ma “zona uno”. Significa che ci sono restrizioni, anche piuttosto pesanti, ma che non siamo a livello di coprifuoco. Anche se alla 18 hanno chiuso bar e ristoranti, anche se non si celebrano funzioni religiose, i locali da ballo e le palestre sono chiuse… Anche se tutto è cambiato in questa domenica da blocco pressoché totale, che si protrarrà almeno fino al 3 aprile.
La sintesi del decreto per quanto riguarda gli spostamenti è: si fanno solo quelli strettamente necessari. Le forze dell’ordine controlleranno: ai lavoratori, ad esempio, sarà chiesto di esibire un documento accertante, appunto, la necessità degli spostamenti. Consentito muoversi per ragioni sanitarie. Non ci sono blocchi per i trasporti pubblici.
E’ stata una giornata in cui, purtroppo, sono saliti a 9 i morti. Va precisato: si tratta di persone affette da patologie importanti, alle quali, però, il coronavirus è stato fatale. Tra i deceduti, il casalese Giorgio Rosso, ex comandante della polizia municipale, molto conosciuto in zona. Era un paziente oncologico.
E’ stata una giornata di assalto ai negozi di alimentari, ma anche caratterizzata da chi, incurante delle restrizioni, ha deciso di trascorrere la domenica in Riviera. Alle 11, il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha detto di essere risultato positivo al test sul coronavirus.
L’assessore alessandrino alla Sanità, Paolo Borasio, ha spiegato che, nell’ospedale cittadino, i problemi si sono attenuati rispetto ai giorni scorsi: “La situazione è sotto controllo”. Il vicesindaco Davide Buzzi Langhi ha ribadito la necessità di “non formare assembramenti”. Il questore ha ribadito il divieto di apertura dei locali dopo le 18, con la promessa di controlli.“Non ci saranno blocchi stradali, ma ci affidiamo al senso di responsabilità collettivo” è stato il mantra del viceprefetto Paolo Ponta: in prefettura, nel primo pomeriggio, sono state definite le direttive.
Da segnalare anche la protesta di alcuni detenuti del carcere di San Michele per l’entrata in vigore delle restrizioni sui colloqui con i famigliari.