Coronavirus: nel Novese, una giornata senza centri commerciali, o quasi
Nel basso alessandrino, a confine con la Liguria, non sembra cambiato nulla (almeno per ora)
NOVI – Supermercati aperti, negozi che non vendono generi alimentari chiusi. I treni viaggiano regolarmente sulla linea Genova – Torino e i caselli autostradali continuano ad essere accessibili. Al confine tra le due province, quella di Alessandria, in zona rossa, e quella di Genova, non interessata alle limitazioni imposte dal decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, non ci sono forze dell’ordine. Solo il parcheggio del Serravalle Outlet, il più grande centro commerciale del nord Italia, è deserto. Nel basso alessandrino sembra una domenica “quasi normale”, anche se non lo è. In attesa delle disposizioni della prefettura, che chiarirà i tanti punti ancora ancora poco comprensibili del decreto, ci si comporta più o meno come se nulla fosse. E forse non è un bene.
“Siamo arrivati da Torino – dice una coppia sulla sessantina nel parcheggio semi vuoto della zona commerciale di Serravalle – per venire all’Outlet. Fino alla sera precedente non era ancora chiaro quali fossero le zone rosse. Ci aspettavamo che fosse tutto aperto e invece non ci hanno fatto entrare. Pazienza, facciamo un giro qui intorno e cerchiamo qualche ristorante aperto dove mangiare”.
Davanti all’ingresso Outlet le guardie della sicurezza privata invitano gentilmente ad allontanarsi. Senza drammi, i visitatori fanno marcia indietro. Ogni tanto un’auto si ferma davanti ad uno dei grandi negozi del Retail Park e, senza scendere dall’abitacolo, i passeggeri cercano di leggere il cartello appeso. C’è chi se ne va senza fiatare, chi, invece, scuote la testa perplesso.
La galleria del centro commerciale Iper non è affollata per essere una domenica mattina. Ma i clienti non mancano. Una guardia all’ingresso dell’ipermercato fa passare poco per volta i clienti. “Così dispone in decreto, noi ci atteniamo”, dice. Nessuno protesta.
Al bar lungo la provinciale che porta verso Novi un cartello scritto a mano indica la prescrizione di mantenere la distanza di un metro tra un cliente e l’altro e la richiesta di gettare tovaglioli e bustine di zucchero nel contenitore davanti al bancone. La ragazza utilizza guanti di lattice per servire. “Cerchiamo di attenerci alle regole – dice la commessa – La gente qui continua a venire tranquillamente. Una cliente ci ha chiamato da Genova, dicendo che voleva venire a ritirare una cosa. Le ho detto io di informarsi, prima di mettersi in auto”.
I ciclisti percorrono le strade come una qualsiasi domenica di fine inverno. La temperatura sfiora i 15 gradi. E intanto chi lavora fuori dai confini provinciali, nella vicina Genova, Busalla, Ronco, si chiede se domani potrà raggiungere la fabbrica o l’ufficio.
Irene Navaro