Chiusure, aperture: il bilancio (e i sacrifici)
Una domenica in "zona rossa". Cosa sta succedendo
ALESSANDRIA – Aggiornamento di mezzogiorno di una domenica complicata, la prima da “zona rossa”, come da decreto firmato nella notte dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
La sintesi è questa: fino al 3 aprile, bisogna evitare in modo assoluto ogni spostamento, in entrata e in uscita, dai territori zone rosse (l’intera Lombardia e altre 14 province, tra cui Alessandria), compresi gli spostamenti all’interno dei territori stessi. Le eccezioni riguardano motivate e indifferibili esigenze di lavoro o situazioni di emergenza.
E’ un provvedimento che si basa non tanto sul divieto, quanto sul buonsenso. Ridurre la circolazione significa evitare che il virus si propaghi e, dunque, aiutare non solo noi stessi, i nostri cari, i nostri vicini e la popolazione in genere a non essere contagiati, ma anche a diminuire il flusso negli ospedali che, nelle ultime ore, hanno registrato picchi che, aumentassero, potrebbero compromettere l’attività.
I mezzi pubblici viaggiano comunque; i supermercati sono aperti (anche se con ingressi contingentati e regolamentati); i centri commerciali restano chiusi nel weekend. Sono ferme tutte le attività associazionistiche e sportive; chiuse le palestre e le discoteche; non si celebrano funzioni religiose. L’attività didattica è sospesa in tutta la zona rossa. Da segnalare anche che bar, pub e ristoranti chiuderanno alle 18; nei momenti di apertura, saranno adottati particolari accorgimenti per evitare il contatto diretto tra persone.
Questi sono i punti chiave di un provvedimento che, necessariamente, cambierà le nostre vite fino (almeno) al 3 aprile. E’ ovvio che i controlli sono impossibili, che le forze dell’ordine sono tutte schierate (così come è aumentato il contingente di medici e infermieri) e che non si può schierare l’esercito per garantire l’ordine. Il successo dell’operazione (ovvero: il contenimento del contagio e, dunque, la possibilità di curare chi è malato) dipende anche, anzi soprattutto, dalla coscienza di ciascuno di noi. Un passo indietro tutti, per un passo avanti collettivo. Anche se è non è così semplice.