Occhio alle bufale!
Girano in rete molte indicazioni sbagliate sul coronavirus: sbugiardiamo le principali
ALESSANDRIA – La fuga di voci incontrollate è una caratteristica tipica di ogni emergenza dove è già difficile controllare l’evento alla base delle problematiche, figuriamoci le ipotesi più fantasiose che nascono dallo stesso. Oltre alle notizie non verificate sugli avvenimenti a carattere più locale, stanno girando alcune catene di Sant’Antonio sui social che forniscono notizie inesatte o inventate di sana pianta che potrebbero avere esiti disastrosi se seguite alla lettera. Di seguito alcune delle smentite più clamorose:
- Qualunque cosa si dica, non è possibile diagnosticare il coronavirus se non attraverso un tampone o comunque attraverso esami di laboratorio; nasi che non colano, tosse grassa o secca, febbre o secchezza orale non significano nulla anche perché è un virus del quale non si sa ancora nulla e si sta scrivendo adesso l’elenco dei sintomi;
- Esiste anche un Covid19 asintomatico: l’assenza di sintomi di per sé non significa quindi di non essere stati contagiati;
- Non è vero che vada benissimo qualsiasi mascherina: i coronavirus hanno un diametro tra gli 80 e i 160 nanometri, e di conseguenza al di sotto delle mascherine Ffp3 hanno tutto lo spazio che gli serve per muoversi e penetrare;
- Non serve bere molta acqua, né calda né fredda: l’unica prevenzione efficace contro il virus è l’igiene;
- Il virus sopravvive sulle superfici non trattate fino a nove giorni, non dodici ore. Viene però ucciso da una rapida igienizzazione per cui è sufficiente lavare le superfici e lavarsi per prevenire in maniera efficace il contagio;
- Mettersi al sole non serve a niente, il virus non è fotosensibile;
- Dimostrare di saper trattenere il respiro per dieci secondi senza tossire non è un test efficace per diagnosticare il coronavirus: come già detto al punto 1, l’unico metodo diagnostico valido passa per gli esami di laboratorio.
In generale, tutto quello che anziché arrivare da una fonte ufficiale vi arriva sui telefonini come messaggio Whatsapp o come condivisione di un post su Facebook, è molto probabilmente inesatto nella migliore delle ipotesi quando non addirittura falso.
Per aiutarvi a gestire l’emergenza, abbiamo pubblicato il 2 marzo sul nostro sito le istruzioni ufficiali del Ministero della Salute: lì potete trovare la risposta alla maggior parte delle domande senza affidarsi al ‘sentito dire’ in rete.