Teo si riunisce per l’addio a Papa Francesco
Nella frazione di Cabella Ligure, paese originario della nonna materna del Santo Padre, verrà celebrato un rosario
CABELLA LIGURE- Teo si riunisce per l’addio a Papa Francesco. Questa sera, alle 20,30, si celebrerà, nella chiesa di San Bernardino, il rosario in suffragio del Santo Padre.
Teo e le origini di Francesco
Teo, frazione di Cabella Ligure, è il paese natio di Maria Gogna, nonna del Santo Padre.
Percorrendo una strada stretta e tortuosa che si inerpica lungo l’Appennino nell’Alta Val Borbera si arriva ad un gruppetto di case in pietra dal sapore antico: Teo, frazione divenuta nota ai più per aver dato i natali a Maria Gogna, la nonna di Papa Francesco. Maria Gogna il 4 aprile 1907 a Buonos Aires aveva sposato Francesco Sivori e il 28 novembre 1911 aveva dato alla luce Regina Maria, la futura mamma del Papa. Nel 2017 a Genova una delegazione di Teo era stata ricevuta dal Santo Padre insieme ad altri discendenti dei suoi nonni.
L’effetto mediatico
L’effetto mediatico non ha, però, “distrutto” l’anima di questo luogo dove passato e presente si intrecciano con una continuità disarmante. Il silenzio che domina la valle si trasforma in canto muto di foglie e fiori che si muovono grazie alla brezza frizzante di primavera. Teo, oggi, purtroppo, è abitata principalmente nel periodo estivo quando le famiglie del posto fanno ritorno, un po’ come l’Anguilla di pavesiana memoria, per mantenere vivo il rapporto con le proprie radici.
Teo fino alla prima metà del secolo scorso contava circa duecento abitanti. Subì prima l’immigrazione verso le Americhe in particolare la California e l’Argentina, dove andò proprio la nonna di Papa Francesco poi vide allontanarsi via via sempre più persone nel secondo dopo guerra. Nell’autunno del 1953 emigrò a Genova la prima famiglia. A minare la vita del paese fu proprio questa seconda migrazione.
Un tempo ogni famiglia seminava il grano per il proprio fabbisogno, tutti avevano un animale, in particolare il bue che serviva per arare la terra, una terra scomoda quanto bella e suggestiva. Teo è divisa in tre: Villa, Maio e Costa, una serpentina di case che da est va ad ovest, illuminate sempre dal sole.
In passato la frazione, benché non avesse la propria parrocchia (dipendeva e dipende da quella di San Lorenzo di Cabella all’interno della diocesi di Tortona), aveva la scuola.
E’ del 1886 la lettera di una abitante al figlio con la quale gli annunciava l’apertura della scuola nelle stanze della canonica. Poi fu trasferita in altri locali fino al 1962 quando l’attività didattica venne smantellata e i bambini di Teo indirizzati a Cabella.
«Siamo riusciti a ricostruire un po’ la storia del paese – sottolinea Danilo Rovegno, oggi custode della casa della nonna del Papa, acquistata nei primi anni Novanta, senza sapere ovviamente i natali illustri- attraverso l’anagrafe, l’archivio parrocchiale e, soprattutto, grazie al materiale che i nostri anziani conservano nelle loro case foto, lettere, attrezzi siamo riusciti a conoscere la nostra storia»
Un cammino religioso
Gli abitanti di Teo, però, non vogliono abbandonare questo luogo, anche se nei mesi invernali i residenti si contano sulle dita di una mano. Si cerca, anzi di attirare gente e, soprattutto, turisti. Alcuni non disdegnano l’idea di dare vita ad un percorso turistico religioso con Rosano e Dovanelli e perché no anche con la vicina Liguria, perchè «Teo deve continuare a vivere».
Diverse abitazioni sono ormai fatiscenti, non si sa neppure chi siano i proprietari.
Ma forse la bellezza di Teo sta proprio qui. Case abbandonate, alberi che con le loro frasche si insinuano nell’abitato offrendo uno spettacolo davvero unico, poi basta alzare lo sguardo e, laggiù, all’orizzonte scorgi le Alpi che come in un abbraccio ti tengono stretto e sembra sussurrino: non andare via.