Valenza, il direttore al Cellini: “Giornalismo nell’era degli algoritmi”
Alberto Marello ha incontrato gli studenti per riflettere sul futuro dell’informazione tra IA, feed personalizzati e libertà di stampa
VALENZA – “Il giornalismo è un pilastro della democrazia, ma oggi vive la sua sfida più grande: quella di esistere e resistere nell’era degli algoritmi.” È con queste parole che Alberto Marello, direttore del nostro network, Il Piccolo, ha aperto l’incontro con gli studenti dell’Istituto Cellini, mercoledì 16 aprile, nell’aula magna dell’istituto. Il tema: “Giornalismo e informazione nell’era degli algoritmi”.
L’informazione come diritto e responsabilità
Il direttore ha guidato una riflessione a più voci su cosa significhi oggi fare informazione, partendo dall’articolo 21 della Costituzione italiana, che garantisce la libertà di stampa come diritto fondamentale. Marello ha denunciato le minacce – dalla criminalità organizzata alle pressioni politiche – che ancora oggi colpiscono il giornalismo italiano, alimentando fenomeni di autocensura e compromettendo l’indipendenza dei media.
Un altro aspetto emerso con forza è il mutamento nei consumi informativi: mentre la televisione perde pubblico, internet e i social media sono diventati il canale principale per accedere alle notizie, soprattutto tra i giovani. Tuttavia, la fiducia resta più alta nei media tradizionali, considerati più credibili rispetto alle fonti online, spesso minate da fake news e disinformazione.
Il nuovo ecosistema dell’informazione
Marello ha analizzato il passaggio da un modello verticale, in cui il giornalista “filtrava” le notizie, a uno orizzontale e partecipativo, dominato da notifiche push, feed personalizzati e intelligenze artificiali. Questo “nuovo ecosistema informativo”, ha spiegato, favorisce bolle cognitive e crea una narrazione su misura per l’utente, spesso a scapito della pluralità di opinione.
Intelligenza artificiale, opportunità e rischi
Ampio spazio è stato dedicato al ruolo crescente dell’intelligenza artificiale nel giornalismo: un strumento utile, ma carico di implicazioni etiche e professionali. “Non si può più pensare a un giornalismo privo di competenze tecnologiche – ha sottolineato – ma bisogna unire queste nuove abilità a valori solidi: rigore, responsabilità, etica.”
L’incontro si è chiuso con un vivace dialogo tra il direttore e gli studenti, che hanno posto domande sulla professione, la veridicità delle notizie online, il ruolo dell’AI e il futuro della stampa locale. È emersa una consapevolezza condivisa: nell’epoca della sovrabbondanza informativa, saper leggere criticamente è più importante che mai.