Chatbot migliora le risposte per l’osteonecrosi da farmaci. Il Dairi c’è
Dimostrato come un assistente virtuale con AI, potenziato da letteratura scientifica, offra supporto concreto nella diagnosi e nella gestione. Tra gli autori anche il dottor Vittorio Fusco del Dairi dell'Aou Al
ALESSANDRIA – È stato pubblicato sulla rivista Journal of Cranio-Maxillo-Facial Surgery uno studio internazionale che dimostra l’efficacia di un chatbot “intelligente” nel fornire risposte cliniche affidabili su prevenzione, diagnosi e trattamento dell’osteonecrosi dei mascellari da farmaci (MRONJ).
Tra gli autori figura anche il dottor Vittorio Fusco, referente del Project Group Bone Health dell’area Medicina Traslazionale del Dairi dell’Aou Al, diretto da Antonio Maconi.
La ricerca ha confrontato due versioni del modello GPT-4 di OpenAI. Un chatbot generico e uno specializzato, chiamato GuideGPT, potenziato con un database di 449 pubblicazioni scientifiche specifiche su questa patologia. Le risposte fornite a 30 quesiti clinici sono state valutate da un panel di 10 esperti internazionali, considerando contenuto, accuratezza scientifica, linguaggio e grado di concordanza.
Risultati chiari
I risultati hanno mostrato un chiaro vantaggio per il chatbot specializzato. GuideGPT ha ottenuto punteggi significativamente superiori rispetto al modello generico per contenuto (p=0.006), spiegazione scientifica (p=0.032) e concordanza (p=0.008). Nessuna differenza significativa è stata rilevata nel linguaggio, già molto accurato in entrambi i casi.
«Lo studio – commenta Fusco – evidenzia come l’integrazione dell’intelligenza artificiale con le evidenze scientifiche più aggiornate possa offrire un valido supporto ai clinici. Favorendo decisioni basate su linee guida e migliorando la qualità delle cure».
GuideGPT utilizza un sistema di retrieval-augmented generation (RAG). In grado di recuperare e integrare nelle risposte i contenuti più rilevanti da fonti scientifiche accreditate. Una tecnologia che garantisce trasparenza, aggiornamento costante. E apre nuove prospettive per lo sviluppo di strumenti digitali di supporto alle linee guida cliniche, in particolare in ambiti come l’oncologia e la chirurgia maxillo-facciale.