Emilio Isgrò in mostra alla Biblioteca del Seminario
Dal 25 aprile all’11 maggio l’opera “Casale Monferrato” accanto ad atlanti e globi storici nella Sala Storica
CASALE MONFERRATO – La Biblioteca del Seminario apre le porte all’arte contemporanea internazionale con un’esposizione dedicata a Emilio Isgrò, tra i più influenti maestri dell’arte concettuale del XX e XXI secolo. Dal 25 aprile all’11 maggio 2025, sarà possibile ammirare l’opera “Casale Monferrato” (2008), un antico atlante modificato con la tecnica della cancellatura, che l’artista ha reso cifra stilistica della propria poetica.
L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Arciconfraternita dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, celebra anche i lavori di restauro dell’omonima chiesa di via Paleologi. L’inaugurazione si terrà mercoledì 23 aprile alle ore 18, presso la suggestiva Sala Storica della Biblioteca del Seminario, in piazza Nazari di Calabiana 1.
Isgrò, maestro della cancellatura
Nato a Barcellona di Sicilia nel 1937, Isgrò è pittore, poeta, drammaturgo e regista. Ha esposto più volte alla Biennale di Venezia (1972, 1978, 1986, 1993) e ha vinto il primo premio alla Biennale di San Paolo nel 1977. La cancellatura, intesa non come distruzione ma come atto rivelatore, è il gesto che lo ha reso celebre. Le sue opere mettono in discussione il rapporto tra linguaggio, potere e conoscenza, come dimostrano le celebri cancellature delle enciclopedie Treccani, Larousse e Britannica.
Un dialogo tra passato e presente
“Casale Monferrato” sarà esposta accanto agli atlanti antichi e ai globi settecenteschi della Biblioteca, in un percorso che unisce la visione storica del mondo alla riflessione critica contemporanea. Il progetto mira a far dialogare l’eredità culturale con le sfide del presente, secondo la visione dell’artista: «Si cancella per svelare, non per distruggere».
Orari e dettagli della mostra
La mostra sarà visitabile nei giorni festivi e nei fine settimana: sabato, domenica, 25 aprile e 1 maggio, sempre dalle 15 alle 18. L’ingresso è a offerta libera. L’opera proviene da una collezione privata ed è accompagnata da un approfondimento storico-artistico.
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