Piemonte, chiusi oltre 13mila negozi in 12 anni: allarme desertificazione commerciale
Dal 2012 al 2024 crollano i negozi e i bar, crescono ristoranti e strutture ricettive. “Serve un piano regionale per salvare le città”
TORINO – In Piemonte, tra il 2012 e il 2024, sono scomparse oltre 13.000 imprese del commercio al dettaglio e 594 attività legate alla ristorazione. Il dato allarmante emerge dal nuovo rapporto di Confcommercio Piemonte. Che fotografa un processo di desertificazione commerciale che rischia di compromettere la vivibilità e la coesione sociale in numerose aree urbane e periferiche.
Il fenomeno coinvolge anche gli sportelli bancari: tra il 2023 e il 2024, si è passati da 1.626 a 1.574. Con 18 Comuni in meno coperti dal servizio.
Nei soli otto capoluoghi di provincia, in 12 anni hanno chiuso oltre 3.200 esercizi al dettaglio (-25,35%) e 967 bar (-26,65%). In controtendenza, aumentano i ristoranti (+723, +21,31%) e i servizi di alloggio (+122, +30,50%). Segno di una trasformazione del tessuto commerciale che privilegia il food e il turismo a scapito della distribuzione tradizionale. La crisi colpisce sia i centri storici che le periferie, ma l’incremento delle attività ricettive si registra su tutto il territorio comunale.
Centri storici sempre più vuoti
Analizzando i dati nei centri storici, emerge un netto calo delle attività tradizionali:
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carburanti: -47,83%.
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librerie, edicole, giocattoli: -43,49%.
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ferramenta, mobili, tessili: -33,33%.
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moda, gioielli, ottica, profumeria: -29,47%.
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bar: -26,32%.
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alimentari e bevande: -21,80%.
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supermercati e grandi magazzini: -10,48%.
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tabacchi: -2,90%.
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computer e telefonia: -1,02%.
I settori in crescita
Nonostante il quadro critico, alcuni settori registrano numeri positivi:
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farmacie: +0,81%.
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attività ricettive: +9,39%, con un boom di B&B e case vacanza (+45,07%).
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ristoranti: +25,55%.
Per Giuliano Viglione, presidente di Confcommercio Piemonte, “è in atto un grave fenomeno di desertificazione commerciale. Che rischia di portare al declino delle nostre città”. A peggiorare la situazione, la riduzione degli sportelli bancari e la mancanza di una strategia efficace.
Il progetto “Cities” di Confcommercio, al quale hanno aderito anche le Ascom piemontesi, punta a rigenerare i centri urbani. E a promuovere economie di prossimità, attraverso la sostenibilità, la gestione collettiva dei quartieri e la digitalizzazione.
Le proposte: distretti del commercio e urban analytics
Confcommercio chiede una riforma urgente della normativa urbanistica e commerciale (ferma al 1999), l’estensione dei distretti urbani e diffusi del commercio e una strategia regionale che comprenda:
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riapertura dei negozi sfitti.
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gestione partecipata dei quartieri.
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digitalizzazione e innovazione tecnologica.
In questa direzione, le Ascom piemontesi hanno avviato un servizio di analisi dei flussi pedonali e delle dinamiche commerciali attraverso strumenti di Urban Analytics e Big Data. Così da ottimizzare eventi, arredo urbano e marketing territoriale.