Risorse idriche in Piemonte: dati in crescita e segnali incoraggianti
Secondo l’Osservatorio ANBI, a marzo forti piogge hanno migliorato lo stato delle riserve idriche regionali
In Piemonte, la situazione delle risorse idriche mostra segnali di moderato ottimismo. A indicarlo è l’ultimo report dell’Osservatorio ANBI, che segnala un significativo surplus pluviometrico nel mese di marzo e una crescita dei livelli di fiumi e neve immagazzinata, a beneficio dell’intero territorio regionale.
Piogge abbondanti e fiumi in ripresa
Le precipitazioni registrate nel mese scorso hanno determinato un surplus pluviometrico del 79% rispetto alla media, con picchi che superano il 120% in alcuni bacini idrografici. Tra questi si distinguono Varaita, Orba, Stura di Demonte, Tanaro (+134%) e Scrivia Curone (+143%). Questi dati rappresentano un’inversione di tendenza rispetto alle criticità idriche degli anni precedenti, con effetti positivi sia per l’agricoltura che per la gestione ambientale.
Sul fronte fluviale, si evidenzia un innalzamento dei livelli nei corsi d’acqua Stura di Demonte, Toce e Stura di Lanzo, mentre si registra un leggero calo per il fiume Tanaro, nonostante il forte incremento pluviometrico nel suo bacino.
Neve e riserve idriche: il quadro nivale
Un altro dato incoraggiante arriva dall’indice SWE (Snow Water Equivalent), che misura l’acqua contenuta nel manto nevoso. In Piemonte, questo indice si attesta al +19% rispetto alla media, con l’unica eccezione del settore settentrionale della regione, che mostra un deficit del 6%. La neve accumulata rappresenta una risorsa preziosa per l’approvvigionamento idrico nei mesi estivi.
Appello all’Europa: attenzione al rischio climatico
Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, ha sottolineato come la regione mediterranea, e l’Italia in particolare, siano sempre più spesso teatro di eventi climatici estremi. A marzo, infatti, l’Italia ha registrato il maggior numero di fenomeni meteo violenti a livello europeo: 107 su 318 eventi estremi totali, pari al 34%. «Le aree mediterranee – ha affermato – si confermano le più esposte alla crisi climatica, accentuandone la fragilità del territorio».
In questo contesto, Vincenzi ha rinnovato l’appello all’Unione Europea per un riconoscimento normativo della specificità gestionale delle risorse idriche nei Paesi del Sud Europa, nell’ambito delle politiche agricole e ambientali della nuova programmazione.