Coluccio (M5S): “Expo Inox, la Regione tuteli i 38 dipendenti lasciati soli”
Il consigliere regionale porta in Aula la vertenza: “Licenziamenti improvvisi e senza ammortizzatori. La politica non può restare a guardare”
TORINO – «Oggi ho portato in Consiglio regionale il caso della Expo Inox di Spinetta Marengo. Una società produttrice di canne fumarie che pochi giorni fa ha annunciato improvvisamente la chiusura, senza alcun tipo di tutela nei confronti dei 38 dipendenti», denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Pasquale Coluccio. «L’azienda ha infatti deciso di non ricorrere nemmeno agli ammortizzatori sociali e non ha valutato soluzioni alternative, a garanzia dell’occupazione».
Una decisione unilaterale e repentina che ha lasciato senza prospettive decine di famiglie. «Molti dei lavoratori hanno fra i 45 e i 50 anni – spiega Coluccio – con conseguenti difficoltà nella ricerca di una nuova occupazione. L’assenza di dialogo, il mancato coinvolgimento delle istituzioni territoriali e delle parti sociali rendono ancora più grave quanto accaduto».
Expo Inox, richiesta di tavolo regionale di crisi
Per questo, il consigliere pentastellato ha chiesto alla Giunta Cirio di attivarsi. «Ho sollecitato l’apertura di un tavolo di crisi regionale e il ricorso ad ammortizzatori sociali straordinari. Serve un’azione concreta e immediata per tutelare chi è stato lasciato senza lavoro e senza paracadute».
In Aula, l’assessore Vignale ha risposto per conto della vicepresidente Chiorino, spiegando che la procedura è attualmente nella fase sindacale. Ma che – in assenza di un accordo – la Regione sarà coinvolta nella successiva fase amministrativa. «Accogliamo con favore – ha aggiunto Coluccio – l’impegno della vicepresidente Chiorino a favorire soluzioni che salvaguardino l’occupazione e prevedano l’attivazione di ammortizzatori sociali».
Il Movimento 5 Stelle continuerà a monitorare da vicino la vertenza. «Siamo di fronte a una grave violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori. Licenziati senza preavviso, senza confronto sindacale, senza protezioni. La politica ha il dovere di tutelare chi lavora, non di voltarsi dall’altra parte».