Personaggi valenzani: Don Ezio Vitale
Un nuovo approfondimento storico
VALENZA – Quarant’anni senza don Ezio Vitale. Ne è passato di tempo da quel giorno di Pasqua del 1985, ma sono in molti a ricordare. Lo fanno a Valenza, la città dove il sacerdote ha operato più a lungo, ma anche ad Alessandria, dove è nato e ha frequentato il seminario.
Don Ezio lo si ricorda per com’è vissuto e per come è morto. Se n’è andato il 7 aprile, una domenica, a Kathonzweni, la località del Kenya dove aveva inaugurato una missione che ancora prosegue. Avrebbe dovuto celebrare messa; era una giornata di vento e tempesta, come di rado si vede da quelle parti, dove i fedeli sono soliti attendere fuori dalla chiesa, perché prima deve entrare il sacerdote.
I funerali di don Ezio, a Valenza
Quando don Vitale è entrato, parte dell’edificio è crollato, a causa del maltempo. Con don Ezio sono morti alte tre persone, fra cui una donna con un figlio di pochi mesi. A Valenza, don Ezio era un personaggio molto noto, soprattutto per l’attività svolta con e per i giovani, ai quali ha insegnato non solo il valore della condivisione e dello stare insieme, ma anche il prodigarsi per i più deboli. Cosa che poi ha indotto il prete a chiedere di essere trasferito in quell’Africa povera dove lo chiamavano Padre Leone.
Personaggi valenzani: Don Ezio Vitale
Un nuovo approfondimento storico
A Valenza, da qualche anno si ragiona sulla possibilità di trasferire la salma di don Ezio nella chiesa del quartiere Mazzucchetto, quella che lui ha fondato (è stato il primo parroco della parrocchia di Sant’Antonio). Il Covid ha interrotto l’iniziativa. La speranza che non venga abbandonata del tutto c’è. Don Ezio, dicono gli amici del tempo, lo meriterebbe.