Sto ancora imparando
Storia dei selfie e dei loro parallelismi con la storia dell'arte e della fotografia
Tra reel e tiktok ormai anche il caro e vecchio selfie può essere ricordato come un vecchio arnese della comunicazione digitale. Sticker, Filtri, Effetti contribuiscono a rendere la presenza sui social network sempre più professionale, ancorchè intuitiva, anche se meno autentica ed i video verticali hanno invaso la Rete a tal punto che, prima o poi, li ritroveremo anche su Excel.
I selfie nella storia dell’arte
Il selfie ha però segnato una fase non secondaria della storia dei social network: la sua estetica ha contribuito a mettere in secondo piano i post di Facebook e ad accompagnare il successo, almeno della critica, di Instagram e l’avvento dei primi influencer.
Del resto, i selfie, a ben guardare, non erano una novità. Da Narciso in poi, la rappresentazione di se stessi ha connotato la storia del pensiero e dell’arte. Il virtuosismo dimostrato dall’autoritratto di Parmigianino allo specchio, la testa mozzata di Golia con le fattezze di Caravaggio e, in tempi molto più vicini a noi. gli scatti di Vivian Maier hanno preparato la strada ai selfie, manifestazioni di vanità e introspeziosa condivisa con i propri amici e follower.
Il paragone con Vivian Maier, la più famosa fotografa ritrattista del Novecento, si ferma però solo alla forma quadrata degli scatti, realizzati con la sua macchina fotografia Rolleifalex. Chi si fa un selfie con un smartphone infatti lo sceglie fra mille prove, mentre Vivian Maier, che da bambinaia del Dopoguerra non aveva molti dollari da spendere in rullini, doveva fidarsi del suo istinto e della sua incredibile arte.
Non ci resta che augurarci di fare come Francisco Goya il cui autoritratto da vecchio recava la scritta “Aùn aprendo”, continuo ad imparare.