Lavagnina, analisi di Arpa per l’acqua e attesa per i nuovi lavori
Da mesi i volontari cercano di sensibilizzare le istituzioni andando a sbattere contro un muro fatto soprattutto di burocrazia tipico del nostro Paese
OVADA – Non c’è una data specifica per far ripartire i lavori di manutenzione previsti per l’invaso principale della Lavagnina. L’indicazione più precisa fornita da Iren parla della primavera. “Partiranno – si legge nella nota ufficiale dell’azienda – al verificarsi di condizioni meteo sufficientemente stabili, per andare a concludersi nel corso dell’autunno”. Nel frattempo la visione dell’acqua di nuovo torbida nei torrenti Gorzente e Piota ha spinto le associazioni ambientaliste a rimettersi in moto nel tentativo di evitare lo scempio verificatosi lo scorso anno . Nei giorni scorsi il Comitato di Tutela ha incontrato i rappresentanti dell’Ente Parco, chiamato a vigilare.
Da mesi i volontari cercano di sensibilizzare le istituzioni andando a sbattere contro un muro fatto soprattutto di burocrazia tipico del nostro Paese. “Ci siamo resi conto – spiegano i vertici dell’associazione – che la Regione, nella sua veste di ente autorizzativo, è l’unico soggetto che può rapportarsi direttamente con Iren”. L’associazione ha chiesto da tempo un incontro con i soggetti chiamati ad occuparsi della questione. Ma una convocazione non è mai arrivata. Nel frattempo Arpa è partita con nuove analisi per capire che cosa ha prodotto il nuovo sversamento di fanghi registrato la corsa settimana.
Direzione da determinare
Gli interventi ancora previsti per l’invaso principale dovranno concludere l’impermeabilizzazione del paramento di monte della diga, risanare gli scarichi di fondo e gli organi di intercitazione delle condotte, ossia le valvole che regolano il flusso d’acqua nella diga e ne permettono il riempimento. «Ci chiediamo – spiega Davide Castellaro, tra i principali promotori della protesta – dove sia l’avandiga che Iren aveva promesso di realizzare». Il riferimento va all’incontro pubblico dello scorso ottobre a Lerma. Al momento lo sversamento registrato, a fronte di precipitazioni più contenute di quanto prospettato, ha solo di limo: una valvola di fondo è chiusa e l’altra è aperta solo parzialmente. In caso di apertura totale i problemi potrebbero essere maggiori.
In apprensione c’è il mondo economico che vive delle attività outdoor e che guarda alla prossima estate con un atteggiamento sospeso tra speranza e timori.