Industria manifatturiera in Piemonte: nel 2024 produzione in calo dello 0,8%
Unioncamere Piemonte diffonde i dati dell’ultima indagine congiunturale: sofferenza per automotive e tessile, bene alimentare e chimico
TORINO – La 213ª Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera piemontese, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con Intesa Sanpaolo, UniCredit e le Camere di Commercio provinciali, fotografa un 2024 complesso per il settore industriale regionale. L’indagine, che ha coinvolto 1.839 imprese rappresentative di oltre 91.000 addetti e 61,5 miliardi di euro di fatturato, evidenzia un calo medio annuo della produzione dello 0,8%. Segnando così una netta inversione rispetto al +1,5% del 2023 e al +3,4% del 2022.
A pesare negativamente sul settore sono stati l’incertezza geopolitica, la crisi di alcuni comparti chiave (automotive, metalmeccanico e tessile), il calo della domanda interna e il rischio di nuovi dazi Usa.
Un anno difficile per l’industria piemontese
Il 2024 si è chiuso con un quarto trimestre in flessione dell’1,0%. Consolidando il trend negativo registrato nei tre trimestri precedenti. L’export ha tenuto (+1,7%), compensando la domanda interna in calo (-0,1%), ma non è bastato a invertire la tendenza.
Dati generali del 2024
- Produzione manifatturiera: -0,8% su base annua.
- Fatturato totale: +0,3% (trainato dall’export, +1,0%).
- Grado di utilizzo degli impianti: dal 64,7% del 2023 al 62,9% nel IV trimestre 2024.
- Investimenti in calo: nel 2024 solo 30,8% delle imprese ha investito (34,7% nel 2023).
I settori: crisi per automotive e tessile, crescita per alimentare e chimico
Tra i settori più colpiti troviamo il comparto dei mezzi di trasporto, che registra un -9,2% nel IV trimestre e un crollo del -46% nella produzione di autoveicoli. Male anche il settore tessile (-2,4%), metalmeccanico (-3,7%) e elettronico (-4,4%). Di contro, tengono il settore alimentare (+5,0%), il legno e mobile (+1,3%) e la chimica (+0,9%), confermando la loro resilienza.
Le province: Cuneo e Alessandria trainano, Torino in crisi
Province in crescita:
- Cuneo: +1,5% (grazie al comparto alimentare).
- Alessandria: +1,1% (chimica, materie plastiche, orafo).
- Verbano-Cusio-Ossola: +1,7% (bene la metalmeccanica).
Province in calo:
- Torino: -2,7% (crisi dell’automotive e della meccanica).
- Biella: -2,4% (tessile in forte difficoltà).
- Asti: -1,9% (male la metalmeccanica).
Previsioni per il 2025: incertezza e investimenti in calo
Il clima di fiducia tra le imprese continua a deteriorarsi. L’indice di fiducia è sceso a 77,3 punti, confermando un trend negativo dal 2022. Per il 2025, solo il 27,8% delle imprese prevede nuovi investimenti, con un forte calo rispetto al 2023.
Per Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte, “l’industria piemontese vive un momento critico. Dobbiamo agire con misure mirate per stimolare la domanda interna, supportare i settori in crisi, semplificare la burocrazia e investire in innovazione”.
Aggiunge Paola Garibotti di UniCredit: “Le Pmi devono puntare su digitalizzazione e sostenibilità per competere. Come banca, siamo pronti a supportare questa transizione.”
“Servono investimenti in innovazione e nuovi mercati. – dice invece Andrea Perusin di Intesa Sanpaolo – Abbiamo messo a disposizione 200 miliardi per sostenere la crescita”.