Commercio estero: il Piemonte scende in quinta posizione
Pesano il calo dell’automotive e le difficoltà nei mercati di Germania e Usa. In crescita alimentare e tessile-abbigliamento
TORINO – Il Piemonte, storicamente una delle regioni italiane più orientate all’export, ha registrato nel 2024 una flessione del 4,9% nelle vendite oltre confine. Scendendo al quinto posto tra le principali regioni esportatrici italiane. L’export piemontese si è attestato a 60,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 63,6 miliardi del 2023.
A pesare su questo risultato sono stati il calo delle esportazioni di autoveicoli (-34%) e il crollo delle vendite in Germania (-11,2%) e Stati Uniti (-7,3%). Ovvero due dei principali mercati di sbocco. Di contro, hanno mostrato segnali positivi i settori alimentare (+4,7%) e tessile-abbigliamento (+7,5%).
Per Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte, “il 2024 è stato un anno complesso per il nostro export. L’automotive in trasformazione e le difficoltà della Germania hanno penalizzato il Piemonte. Tuttavia, il saldo commerciale resta positivo e settori come l’agroalimentare e il tessile mostrano segnali incoraggianti. Dobbiamo puntare su innovazione e diversificazione dei mercati per recuperare terreno”.
Piemonte: giù in classifica, la Toscana sorpassa
Nel 2023, il Piemonte era la quarta regione esportatrice d’Italia. Nel 2024 è stato superato dalla Toscana, che grazie a una forte crescita del comparto farmaceutico ha registrato un incremento del +13,6%. Mentre il Piemonte ha subito una perdita di oltre 3 miliardi di euro.
Le principali regioni esportatrici nel 2024:
- Lombardia – quota export 26,3%, crescita +0,6%.
- Emilia Romagna – quota 13,4%, calo -2,0%.
- Veneto – quota 12,9%, calo -1,8%.
- Toscana – quota 10,1%, crescita +13,6%.
- Piemonte – quota 9,7%, calo -4,9%.
I settori trainanti e quelli in crisi
Il comparto mezzi di trasporto, principale voce dell’export piemontese, ha subito una forte contrazione (-21,3%). Con un crollo degli autoveicoli (-34%) e del settore aerospaziale (-28,9%).
Di seguito le principali variazioni settoriali:
- Mezzi di trasporto -21,3%.
- Componentistica auto -2,0%.
- Alimentare +4,7%.
- Tessile e abbigliamento +7,5%.
- Chimica -0,9%.
- Gomma-plastica +1,7%.
- Metalli -5,5%.
Mercati di sbocco: giù Germania e Usa, cresce la Cina
I Paesi Ue continuano a rappresentare il 60,3% dell’export piemontese, mentre il 39,7% va verso mercati extra Ue. Tuttavia, il calo è stato più marcato proprio in questi ultimi (-7,3%) rispetto ai Paesi Ue (-3,2%).
Le variazioni principali nei mercati di destinazione:
- Germania -11,2%.
- Francia -5,9%.
- Usa -7,3%.
- Polonia +6%.
- Paesi Bassi +11,5%.
- Cina +11,1%.
- Svizzera -9,9%.
- Turchia -15,2%.
Focus sulle province piemontesi
La provincia di Torino resta leader nell’export regionale, ma ha registrato un calo del -13,1%, il più alto tra le province. Cuneo (+5,2%), Novara (+5,5%) e Vercelli (+9,7%) hanno invece segnato una crescita significativa.
Distribuzione dell’export per provincia:
- Torino 42,5% dell’export regionale, calo -13,1%.
- Cuneo 18,5%, crescita +5,2%.
- Alessandria 12,1%.
- Novara 11%, +5,5%.
- Biella -11,1%.
Conclusioni e prospettive
Il 2024 ha evidenziato la fragilità del modello di export piemontese, troppo dipendente dal settore automobilistico e dalla domanda tedesca. Per invertire il trend, sarà necessario puntare su innovazione, nuovi mercati e settori in crescita come l’agroalimentare e il tessile.
Come sottolinea ancora Coscia “il nostro obiettivo deve essere quello di diversificare l’export. E rafforzare così la competitività delle imprese. Favorendo l’accesso a nuovi mercati e sostenendo la transizione dell’automotive”.