I tappi delle bottiglie
Troppo regole riducono l'innovazione senza che vi sia una cornice che aiuti a comprenderle
Se, dal mio PC, cerco un hotel o un ristorante su Google, non posso poi controllarne l’ubicazione sulle Mappe con un semplice click. Se navigo su un sito, sono assalito da banner che mi chiedono di accettare i cookie. Se uso ChaGPT devo dimostrare di avere più di 13 anni pena la sospensione del profilo. Se ho un sito web che si rivolge ad un consumatore europeo, devo rispettare i tanti criteri di accessibilità.
Il rischio è che tutti questi obblighi, nati da leggi europee per regolamentare l’uso della Rete, definiscano il nostro continente come quell’autorità che si limita ad imporre norme apparentemente inutili come i famigerati tappi attaccati alle bottiglie anziché rendere semplici le cose e favorire l’innovazione.
Una Costituzione digitale
Occorre però riconoscere che è sempre l’Europa, con la sua attenzione a dare regole alla Rete, a promuovere una maggiore tutela dei minori creando le condizioni perché i social network, ad esempio, attivino per loro solo profili privati ed è sempre grazie all’Europea se i marketplace e i rivenditori online sono chiamati ad accertarsi che i prodotti venduti rispettino i nostri standard di sicurezza.
Ogni obbligo, slegato dal contesto dal quale è nato, risulta sempre una coercizione. Tanti provvedimenti poi, senza che vi sia una cornice che aiuti a coglierne il significato profondo, li porta a considerarli inutili con il risultato che, di fronte all’ennesima richiesta di consenso a lasciare i propri dati personali, semplicemente non la si legga.
In tempi di competizione globale, anche per supportare le aziende che queste regole intendono rispettarle, forse è necessaria una costituzione digitale europea.