Confartigianato Piemonte: peggiorano gli indicatori economici per il primo trimestre 2025
Meccanica e moda tra i settori più colpiti. Il presidente Felici: “Servono azioni straordinarie per salvaguardare la manifattura locale e il nostro futuro economico”
ALESSANDRIA – L’indagine congiunturale relativa al primo trimestre del 2025, condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte, conferma un trend negativo per il settore artigiano regionale. Ordini, produzione, investimenti e occupazione registrano una ulteriore flessione rispetto ai dati dell’ultimo trimestre del 2024.
Dati principali dell’indagine
- Ordinativi: in calo dal -12,79% al -14,88%.
- Produzione totale: peggiora dal -12,79% al -16,33%.
- Investimenti non programmati: in aumento dal 76,64% al 78,20%.
- Occupazione: in flessione dal -3,96% al -7,54%.
- Assunzioni di apprendisti: in forte calo dal -18,62% al -24,86%.
- Ordini per l’export: miglioramento da -28,04% a -24,76%.
- Regolarità negli incassi: in calo dal 66,23% al 61,22%, con un aumento dei ritardi di pagamento dal 33,42% al 37,90%.
Felici (Confartigianato Piemonte): “Settori chiave in difficoltà”
Il presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, Giorgio Felici, ha espresso “preoccupazione per il peggioramento del quadro economico. Con particolare riferimento ai settori meccanico e moda, che hanno visto un’impennata delle richieste di cassa integrazione“.
“Ad incidere – aggiunge – sono una situazione geopolitica complessa e il caro energia. La guerra in Ucraina e l’instabilità globale continuano a pesare sulle imprese. Mentre il prezzo dell’energia in Italia rimane il più alto tra i 27 Paesi dell’Ue, superiore del 22,5% alla media europea. È impossibile competere sul mercato con questi costi, che stanno soffocando le nostre aziende e riducendo il potere d’acquisto delle famiglie.”
Felici sottolinea la necessità di misure straordinarie, al di là di interventi di emergenza. “Non basteranno soluzioni tampone, serve una strategia a lungo termine per supportare le micro, piccole e medie imprese. Il recente disegno di legge del Consiglio dei Ministri per la tutela dell’artigianato è un passo avanti, con incentivi alle aggregazioni, semplificazione amministrativa e accesso al credito. Tuttavia, bisogna estendere il fondo per il settore moda a tutta la manifattura, per garantire un rilancio dell’intero comparto produttivo.”
La manifattura locale, un patrimonio da difendere
L’indagine trimestrale è stata condotta attraverso un questionario telematico rivolto a un campione di 2.250 imprese artigiane piemontesi, nei settori della produzione e dei servizi.
Felici conclude con un monito chiaro. “La manifattura locale è un patrimonio da salvaguardare e incentivare. In gioco ci sono posti di lavoro e il futuro economico del nostro territorio. Serve un’azione politica coraggiosa, capace di dare risposte concrete al mondo dell’impresa”.