Frana di Mele sull’Acqui-Genova: lo stallo preoccupa i pendolari
L'inizio dei lavori era definito come imminente in autunno. Ma...
OVADA – Sta diventando preoccupante lo stallo attraversato dall’Acqui – Genova. In ballo non c’è l’elenco in continuo aggiornamento dei disagi per una tratta ferroviaria da tempo inserita tra le peggiori d’Italia. Il tema è l’avvio del cantiere per la costruzione della galleria che a Mele deve eliminare la frana che strozza la linea dal 2001. L’inizio dei lavori era definito come imminente in autunno. A spendere parole rassicuranti, nel corso di un vertice andato in scena a Palazzo Delfino con gli assessori ai trasporti di Liguria e Piemonte, furono fonti vicine ai vertici di Rfi. Solo che l’ultima autorizzazione necessaria in arrivo dal Ministero dell’Ambiente non è ancora stata prodotta.
E nel paese in cui ogni scartoffia ha il magico potere di bloccare anche i progetti più importanti non è interrogativo secondario capire quando arriverà l’ultimo via libera. Le risorse messe a disposizione dal Pnrr dovranno essere spese entro il 2026, salvo la revoca del contributo.
Sollecito ufficiale
Il cantiere per la realizzazione della galleria sull’Acqui – Genova prevede una spesa di 20 milioni di euro, poco meno di un quarto dell’intera cifra messa a disposizione dal Pnrr per la linea. Il cantiere dovrebbe avere una durata complessiva di 20 mesi. Il termine ultimo rappresenta una tagliola.
«Si ipotizza l’inizio dei lavori nella primavera 2025». La nota ufficiale diffusa da RFI in questi mesi parla chiaro ma non è mai cambiata. I tempi di allungano. Sempre a settembre, i vertici dell’azienda avevano definito come imminente l’avvio dei lavori. Il cronoprogramma infatti prevedeva di effettuare nel mese di agosto, con la tratta interdetta al traffico ferroviario, la parte di lavori che impatterebbe sulla circolazione regolare. Si tratta, in sintesi, della realizzazione del collegamento tra l’attuale binario unico e il percorso che si creerebbe con la nuova galleria. Anche la politica regionale ha provato a accelerare i tempi. Tra gli ultimi atti di Augusto Sartori, predecessore dell’attuale assessore ligure Marco Scajola, c’era stata una lettera firmata (anche dal collega piemontese Marco Gabusi) per far presente la necessità di muoversi.
Alla finestra ci sono i pendolari. «Abbiamo sempre fatto notare – spiega oggi Alessandra Rapetti, portavoce e membro del direttivo del Comitato Trasporti Valli Stura e Orba – che il 2026 non era così lontano. Oggi ce ne rendiamo conto. Vorremmo capire a cosa andiamo incontro. I viaggiatori hanno bisogno di capire e organizzarsi. Per questo vogliamo incontrare l’attuale assessore regionale per un confronto specifico sulla nostra situazione».