Locci (FdI) contro Abonante: “La Tari aumenta per scelte locali”. Il documento del Consorzio di Bacino
Il consigliere accusa il sindaco "di mistificare la realtà". E ricorda che "l’abolizione dell’Iva agevolata sulle discariche è frutto di una direttiva Ue recepita dal Governo Conte II". Il documento firmato dal direttore dell'ente, Gianluca Galati
ALESSANDRIA – Scontro politico sulla Tari tra il sindaco Giorgio Abonante e Fratelli d’Italia. Dopo le dichiarazioni del primo cittadino, che ha accusato il Governo di aver aumentato l’Iva sullo smaltimento dei rifiuti in discarica, arriva la replica di Emanuele Locci, Presidente del Gruppo consiliare meloniano. «Il sindaco del Pd mente sulla Tari e si lamenta di una misura voluta dal suo stesso partito».
Secondo Locci, l’aumento dei costi della Tari “è dovuto alla gestione locale e non al Governo“. Sottolineando come “il D.Lgs. 116/2020, che ha stabilito la progressiva riduzione dello smaltimento in discarica, sia stato adottato quando il Ministro dell’Ambiente era Sergio Costa (M5S) nel Governo Conte II, sostenuto dal Pd”.
«Dire che il Governo ha alzato l’Iva sulla Tari è falso e fuorviante – spiega Locci –. L’Iva al 22% riguarda solo il conferimento in discarica, non tutta la tassa sui rifiuti. Se il Comune continua a dipendere dalle discariche, la colpa è della sua mancata pianificazione, non delle scelte nazionali».
Locci, il problema delle discariche e gli errori del Comune
Locci sottolinea come l’aumento della Tari “sia un problema di strategia locale, legato all’eccessiva dipendenza dalle discariche:. La direttiva europea impone ai Paesi membri di ridurre il conferimento in discarica sotto il 10% entro il 2035 e di applicare il principio ‘chi inquina paga’. I Comuni devono adeguarsi, investendo in impianti di riciclo e trattamento avanzato, ma Alessandria sta andando nella direzione opposta».
Il consigliere di Fratelli d’Italia attacca poi le scelte dell’amministrazione Abonante: «Prima ha cancellato la Smart city e la raccolta puntuale, poi ha stralciato gli investimenti per il trattamento avanzato dei rifiuti,. Ora, infine, insiste sul porta a porta spinto, aumentando i costi per i cittadini».
Il passato della gestione rifiuti ad Alessandria
Locci ricorda inoltre la gestione fallimentare del passato: «Tra il 2012 e il 2017, quando Abonante era assessore al Bilancio e alle Partecipate, Amiu fallì. E i cittadini dovettero ripianare i debiti fuori controllo di Aral. Solo grazie all’intervento della magistratura e alla nuova gestione la società è stata salvata”.
«Se la Tari continua ad aumentare ogni anno, la colpa è dell’inefficienza della politica locale. Abonante eviti di scaricare la responsabilità sul Governo e spieghi perché Alessandria è ancora così dipendente dalle discariche».
Il documento del Consorzio di Bacino
Entriamo nel merito con il documento del 18 febbraio scorso firmato dal direttore del Consorzio di Bacino, Gianluca Galati. Che fa riferimento a una modifica apportata dalla Legge 207/2024.
“Corre l’obbligo segnalare all’Amministrazione che, rispetto ai costi considerati secondo il metodo Mtr-2, nel 2025 emergono fattori indipendenti dal sistema. Che potrebbero determinare un maggior costo da finanziare con l’entrata Tari dell’anno corrente”.
“Si richiama in particolare: la nota di Aral Spa prot. 93 del 6/2/2025 in ordine alla modifica apportata dalla Legge 207/2024 che esclude il rifiuto conferito in discarica dall’applicazione dell’Iva agevolata al 10%; la nota inviata da Ar-Piemonte al Consorzio e ad Aral in merito al trasferimento dovuto per l’anno 2025 a titolo di contributo di funzionamento dell’Autorità Rifiuti e quantificato in euro 1,29 per ogni tonnellata di rifiuto indierenziato conferito. Alla luce di quanto sopra e consideranti i quantitativi conferiti nel 2024, il maggior costo stimato per l’anno corrente ammonta a circa 715.000 euro“.
Locci: “Quello che dice il Consorzio è giusto, ma non è contro ciò che dico io ma perfettamente in linea. Il Governo non fa altro che attuare gli indirizzi dati dal governo Conte 2 (che a sua volta recepiva una direttiva europea). Nella nostra città questo incide, ma avrebbe inciso molto meno se fossimo andati verso la raccolta puntuale. Se non avessimo stralciato gli investimenti per il trattamento rifiuti dal piano Aral. Se differenziassimo di più, etc etc… E questo aumento non è imputabile al Governo: primo perché politicamente è attuazione di una scelta del governo Conte 2 e secondo perché la maggior parte del tributo resta influenzato dalle scelte locali”.