Certe storie iniziano con un sogno e finiscono con una macchina rossa. Ma non una qualsiasi: una Ferrari.
Stefano Rettegno, classe 1999, entra nel nostro centro di formazione di Alessandria nel 2014 con una passione per la meccanica e un bel po’ di voglia di fare. Si iscrive al corso di meccanica industriale e per quattro anni smonta, rimonta, sbaglia, impara, ride e si prende pure qualche cazziatone perché a volte tende a voler fare troppo. Ma, soprattutto, cresce.
Qui, tra officine, torni e compagni di corso diventati amici, Stefano trova più di una scuola: trova una seconda casa. Perché nel nostro centro – come ci insegna Don Bosco – non formiamo solo tecnici, ma costruiamo persone. E Stefano, di suo, ci mette impegno e passione da vendere.
La prima grande occasione arriva con lo stage come montatore meccanico in GEFIT Automation, azienda nel settore dell’automazione industriale. Lì capisce cosa significa lavorare davvero, e viene assunto in apprendistato duale per ottenere il Diploma Professionale: precisione, disciplina e sana fatica per imparare a condurre, e poi a programmare, le macchine a Controllo Numerico. L’azienda lo vuole con sé, e starà con loro fino al 2022.
Fino a quando non lo nota Bulgari, dove anche lì diventa ancora più esperto sul Controllo Numerico. Quei gioielli che costano come una casa passano sotto le sue mani, così giovani ma così allenate. E tra materiali di lusso e tolleranze al millesimo di millimetro, affina la sua tecnica e si fa le ossa nel mondo del lavoro vero.
Poi, nel 2025, arriva la svolta: Ferrari lo contatta tramite LinkedIn. Boom. Il sogno prende la forma di una chiamata da Maranello. E da lì, il resto è storia.
Oggi Stefano si occupa di programmazione, lavorazione e controllo dei particolari per le Monoposto di Formula 1. È una testimonianza vivente di ciò che cerchiamo di insegnare ogni giorno ai nostri ragazzi: il talento conta, ma senza passione, sacrificio e un pizzico di follia, non si va da nessuna parte. Lui ha preso tutto questo e lo ha trasformato nella sua carriera.
A chi sta ancora studiando, diciamo: prendete spunto. Stefano non è un supereroe, ma ha avuto il coraggio di crederci, e questo fa tutta la differenza del mondo. Oggi rappresenta il capitale umano che vogliamo vedere crescere, un esempio concreto che sì, partire da un’aula piena di compagni rumorosi e finire a lavorare con i migliori del mondo è possibile.
Se ci credete, se vi mettete in gioco, il futuro è vostro. Magari su quattro ruote e con un cavallino rampante sopra.
Stefano ce l’ha fatta. Ora tocca a voi.
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