Giancarlo Devasini, il monferrino che ha scommesso sul futuro (e ha vinto)
Da Casale Monferrato al successo con Tether fino al recente acquisto di "un pezzo" di Juventus: storia dell'uomo che ha rivoluzionato il settore delle criptovalute
CASALE MONFERRATO – Se c’è una qualità che ha sempre contraddistinto Giancarlo Devasini è la capacità di guardare oltre, di intuire l’orizzonte prima degli altri e di muoversi con la spregiudicatezza di chi conosce le regole del gioco, ma sa anche quando è il momento di cambiarle.
Oggi è uno degli uomini più ricchi d’Italia, quarto nella classifica Forbes con un patrimonio stimato in oltre 9 miliardi di dollari. Ha costruito un impero finanziario sulle criptovalute, rivoluzionando il settore con Tether, la stablecoin che ha reso accessibile a milioni di utenti un’alternativa digitale al dollaro. Eppure, la sua storia parte da un luogo ben lontano dai grattacieli della finanza globale: Casale Monferrato.
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La Valcerrina, Casale e il Monferrato
Nato nel 1964 a Torino, Devasini affonda le sue radici nella Valcerrina. Sua madre era di Piancerreto, mentre il padre, ginecologo, esercitava tra Alessandria e Casale. Sua sorella Susanna ha gestito per anni la farmacia di Serralunga di Crea. Un background solido, in una famiglia che ha sempre apprezzato la conoscenza e il lavoro.
A Casale ha vissuto gli anni della formazione, frequentando il Liceo Scientifico Palli, dove chi lo ha conosciuto lo descrive come un ragazzo “con una marcia in più”: brillante, rapido nel ragionamento, capace di sfidare i confini. La medicina sembrava un destino naturale, anche per l’influenza paterna.
Si laurea all’Università di Milano e inizia la carriera di chirurgo plastico. Ma qualcosa non lo convince. “Tutto il mio lavoro sembrava una truffa, un approfittarsi dei capricci delle persone”, avrebbe confidato tempo dopo. Così, dopo appena due anni, decide di abbandonare il bisturi e di cambiare rotta.
Giancarlo Devasini
Un talento imprenditoriale tra successi e inciampi
Negli anni ’90 entra nel mondo dell’elettronica e dell’informatica, intuendo il potenziale della distribuzione di componenti hardware. Nascono diverse aziende, alcune destinate al successo, altre a una fine più burrascosa. Tra queste, la holding Solo, che nel 2008 vede andare in fumo – letteralmente – il proprio magazzino e gli uffici, distrutti da un incendio. Ma Devasini, lo abbiamo capito, non è tipo che si arrende al primo intoppo: dopo un tentativo nel food delivery con Delitzia, nel 2014 trova la chiave per il suo successo definitivo.
Quell’anno fonda Tether, la criptovaluta stabile ancorata al valore del dollaro. Una soluzione che rivoluziona il settore, risolvendo il problema della volatilità tipico del Bitcoin e garantendo agli investitori una moneta rifugio. In pochi anni, il giro d’affari di Tether raggiunge cifre da capogiro: oggi si stima che in circolazione ci siano token per 140 miliardi di dollari, generando profitti annui che superano i 14 miliardi.
Tra FBI e Juventus: il Devasini riservato e il Devasini finanziere
La scalata nel mondo delle criptovalute non è stata priva di ombre. Le autorità americane, e in particolare l’FBI, avrebbero acceso più di un faro su Tether, sospettando che la sua valuta possa essere usata per aggirare i controlli bancari. Un’attenzione che non avrebbe turbato più di tanto Devasini, che ha sempre mantenuto un profilo bassissimo, evitando i riflettori e proteggendo con grande riserbo la sua vita privata.
Oggi vive e lavora a Lugano, dove starebbe studiando una nuova criptovaluta legata al sistema economico iperlocale. Ma il suo ultimo colpo è arrivato pochi giorni fa, quando Tether Investments diventa il secondo azionista della Juventus, con un investimento di 45 milioni di euro per acquisire il 5% delle quote societarie. “Una pietra miliare per Tether”, ha commentato a Il Corriere della Sera il CEO Paolo Ardoino, spiegando che la società punta a connettere il mondo delle criptovalute con quello dello sport.
L’uomo che vede oltre
Da Casale Monferrato ai vertici della finanza globale, passando per il mondo dei computer e il settore medico, la parabola di Giancarlo Devasini è quella di un visionario capace di reinventarsi. Non concede interviste e probabilmente non lo farà nemmeno dopo questa nuova avventura bianconera. Ma il messaggio è chiaro: Devasini non è solo un monferrino che ce l’ha fatta; è uno che ha capito, prima di molti, come si costruisce il futuro.