Autosped si arrende solo negli ultimi 2′. In finale va Venezia
Fino al 38' 60-58, la volata è di Umana. Molto importante il recupero di Melchiori
TORINO – Peccato, in finale di Coppa Italia va Umana Reyer Venezia, ma fino a 120 secondi dalla sirena Autosped è attaccata alle campionesse d’Italia, 60-58. Il 71-59, con Matilde Villa mvp, matura al rush finale ed è proprio lei a dare la lettura giusta alla partita, “siamo state più lucide nella volata contro un avversaria che si è confermata solida e ci ha impegnate molto”.
I complimenti a Bcc Derthona li fa anche Andrea Mazzon, coach delle veneziane, “per il grandissimo approccio alla partita. E, nel finale, le letture difensive di Cubaj sono state determinanti”.
Autosped fino al 38′ è pienamente dentro la semifinale e può fare il colpaccio. Alcuni errori al tiro non permettono un aggancio che sarebbe stato meritato.
Mano calda da 3
Un’atmosfera unica, da palasport a stelle e strisce, testimonianza della strada fatta da Bcc Derthona che, da sola, è già una vittoria per una matricola.
Quintetto iniziale con Fontaine, Zahui, Attura, il recupero di Melchiori, Penna.
Penna si presenta con una tripla, Venezia scappa, con le triple di Kuier. Quattro in fila di Autosped per il 12-12 al 5′. Reyer perde Cubaj per qualche minuto per un infortunio alla caviglia, la quinta bomba vale il 15-15. La sesta tripla, seconda di Melchiori, più libero aggiuntivo, significa 15-19. Che diventa 15-22, ancora con la 33, Dopo 10′ è 17-22, con 7 su 11 da 3
Zahui apre il quarto, due volte Villa e poi i suoi liberi per il 28-28 e sorpasso con la seconda tripla di Berkani. Bcc si avvicina di nuovo fino al -4, con la palla per salire almeno al -2, non sfruttata. E con Villa impeccabile dalla lunetta i primi 20′ si chiudono 41-35, ma la squadra di Cutugno è ben dentro la gara
Prezioso il recupero di Francesca Melchiori (foto Gandolfo)
Dentro fino al 38′
E lo dimostra con il 6-0 (Penna, Zahui, Attura) che porta al 41-41. Nuovo strappo Reyer, 47-41. Da 3 Attura, 47-44, ma su una palla gestita male Berkani non perdona per il 51-44. Da cui si esce con la tripla della capitana. Risponde la capolista, azione da 3 di Dotto. All’ultima pausa 56-52. Si annunciano ancora 10′ di battaglia ad alta intensità.
Dotto riporta Autosped a -1, ma Kuier e Pan per il nuovo +5. Che Attura avvicina a -2. E Zahui spreca il canestro della nuova parità. Errori da una parte e dall’altra, il punteggio resta a lungo inchiodato sul 60-58 prima del nuovo scatto. Un solo libero per Penna, 63-59, Fontaine ha un rimbalzo in attacco, ma Autosped non lo sfrutta e Umana segna un canestro pesante.
La stoppata su Fontaine e la tripla di Pan mettono il sigillo sulla gara, 71-59.
Applausi per Autosped, ma con qualche rimpianto.
Grinta ed energia (foto Gandolfo)
Le voci
Coach Orazio Cutugno non sa se essere contento per la prestazione per 38′ o arrabbiato per gli ultimi due. “Un po’ di rammarico c’è sempre. Siamo, però, orgogliosi della prova, della nostra pallacanestro, di come abbiamo preparato questo confronto, grazie alle ragazze e allo staff. Nel finale abbiamo pagato un paio di scelte in attacco, ma credo che possiamo considerarci soddisfatti”.
Risultato a parte, soddisfatta è, soprattutto, Francesca Melchiori, rientrata due mesi dopo l’inforntunio e l’operazione, anticipando i tempi. “Abbiamo giocato bene, fino al 60-58 e con palla in mano nostra. Negli ultimi due minuti avremmo dovuto essere più precise nelle scelte offensive. Ci tenevo a giocare questa partita (anche lei ex, ndr), grazie alle compagne, che hanno reso possibile questa semifinale.
Un recupero che fa piacere anche a coach Cutugno: “Francesca ci dà energia e ci mette il cuore”
Il tabellino
Umana Reyer Venezia – Autosped Bcc Derthona 71-59
( 17-22, 41-35, 56-52)
Umana Reyer Venezia: Logoh ne, Berkani 16, Smalls 6, Villa 18, Nicolodi, Pan 5, Stankovic 6, Cubaj 7, Miccoli n3, Fassina, Santucci, Kuier 13. All.: Mazzon
Autosped G: Dotto 7, Marangoni, Fontaine 2, Milani, Premasunac 2, Leonardi ne, Zahui 7, Arado, Attura 14, Melchiori 14, Penna 11, Gatti 2. All.: Cutugno
fotogallery Alberto Gandolfo