Report Mal’Aria: Alessandria migliora e non supera i limiti di legge
Secondo il report di Legambiente, il miglioramento è dovuto alle condizioni meteo favorevoli. Servono misure strutturali per rispettare i nuovi limiti europei al 2030
ALESSANDRIA – L’inquinamento atmosferico resta una sfida aperta per Alessandria e il Piemonte, nonostante un calo nelle concentrazioni di Pm10 nel 2024. È quanto emerge dal report “Mal’Aria di città 2025” di Legambiente. Che evidenzia come la nostra città non abbia superato i limiti di legge attuali (35 giorni oltre i 50 µg/m³), registrando 32 sforamenti giornalieri. Una situazione migliore rispetto agli anni precedenti, ma ancora distante dai nuovi parametri che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2030.
Secondo Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, il miglioramento è legato soprattutto a condizioni meteorologiche eccezionali, con precipitazioni superiori alla media. “Senza provvedimenti strutturali, il calo delle emissioni è ancora troppo lento”, sottolinea De Marco, ricordando che dal 2030 i nuovi limiti saranno molto più restrittivi.
Il Piemonte tra miglioramenti e criticità
Se ad Asti la centralina “D’Acquisto” ha registrato 37 superamenti e a Torino quattro centraline su cinque hanno sforato i limiti (con picchi di 55 giorni oltre soglia), non si sono riscontrati superamenti per gli ossidi di azoto (No2). Un dato positivo per il Piemonte. Tuttavia, con i nuovi standard previsti dall’Unione Europea, molte città piemontesi risulteranno fuori legge se non si interverrà con politiche efficaci.
A partire dal 2030, la soglia per il Pm10 sarà abbassata a 20 µg/m³, un traguardo che oggi solo Biella, Cuneo e Verbania potrebbero raggiungere. Alessandria e gli altri capoluoghi piemontesi dovranno ridurre drasticamente le concentrazioni di inquinanti per rispettare la normativa.
Per Legambiente, le priorità d’intervento riguardano:
- Mobilità sostenibile: più trasporto pubblico elettrico, zone pedonali e ciclopedonali;
- Riscaldamento domestico: eliminazione delle caldaie a gasolio e carbone;
- Riduzione delle emissioni agricole e zootecniche, soprattutto nella Pianura Padana;
- Integrazione delle politiche su clima, energia e qualità dell’aria.
Senza un cambio di passo, Alessandria rischia di trovarsi impreparata ai nuovi limiti. Con conseguenze non solo ambientali, ma anche sanitarie ed economiche.