Aou Al: “Covid 19-Il sapere dell’esperienza”, il seminario online
ALESSANDRIA - Si terrà oggi, martedì 23 aprile, il primo appuntamento del 2024 dei seminari online organizzati dal Centro Studi Ricerca…
ALESSANDRIA – La normativa anti-Covid era legittima? Per un giudice di Pace alessandrino, Paolo Olezza, “no”. Dando così ragione alle 21 persone (assistite dagli avvocati Alberto Costanzo e Alessandra Vogliano) che hanno chiamato a rispondere di quei fatti la presidenza del Consiglio dei Ministri.
La sentenza fa, come del resto deve essere, un discorso prettamente tecnico. E ha accolto le tesi dei ventun cittadini. Ma da dove parte tutto questo?
Durante il periodo dell’emergenza Covid, come spiega l’avvocato Costanzo, “c’è stata una compressione, una lesione dei diritti costituzionali, dei diritti fondamentali”.
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“Nel momento in cui si vieta di uscire di casa, dal proprio Comune, o per andare a lavorare serve un green pass, e si obbliga il vaccino andando a ledere il diritto all’autodeterminazione sanitaria, si va verso la lesione dei diritti fondamentali delle persone’.
Così, il punto diventa: “Questa lesione è legittima oppure no?”. Per rispondere a questa domanda è necessario addentrarsi in un discorso puramente tecnico, spiega il legale, dove politica e ideologia rimangono fuori dalla porta.
Più giudici, a quel punto, sono stati chiamati a stabilire se quella normativa aveva un fondamento e una giustificazione, o se sono stati violati i diritti delle persone. Si parla dell’intera normativa emergenziale, e non di un singolo Dpcm (i decreti ministeriali sono atti amministrativi emanati dal Presidente del Consiglio dei Ministri, ndr).
Se la risposta è affermativa, ovvero se quelle decisioni erano prive di fondamento giuridico,, la presidenza del Consiglio dei Ministri ha compiuto evidentemente qualcosa che ha violato la Legge. E il giudice di pace alessandrino ha ritenuto che quella normativa abbia violato la Legge. Perché i diritti fondamentali dei cittadini non possono essere lesi.
Perché lo dice? “Oggi, il legislatore deve perseguire dei fini dettati dalle molteplici convenzioni internazionali. Se questi diritti fondamentali vengono lesi – spiega ancora – scatta una figura particolarissima che è l’illecito dello stato legislatore. Che, visto in chiave civilistica, è un illecito civile che obbliga al risarcimento dei danni. La differenza di questa sentenza – spiega ancora il legale – rispetto ad altre che disapplicavano ad esempio i Dpcm, è che per la prima volta un giudice ha applicato il principio (già riconosciuto dalla Cassazione) secondo cui il legislatore è responsabile nel momento in cui viola i diritti fondamentali”.
“Qui – insiste – il giudice dice che il legislatore ha violato i diritti fondamentali dei cittadini in modo illecito. E quindi, applicando questo principio di responsabilità, lo ha condannato al risarcimento dei danni'”
Qual è il motivo? “Perché in modo illecito non ha perseguito una finalità di tutela sanitaria. E, se anche lo avesse fatto, non è un diritto che ha una prevalenza tale da poter elidere gli altri”.
Il pagamento dei 10 euro a persona sono una cifra puramente simbolica chiesta dagli alessandrini che, con i loro legali, hanno mosso la causa pilota. Si tratta ovviamente di una sentenza appellabile.
“Non perdo occasione di chiedere al presidente Meloni di avere l’onesta intellettuale di non appellare – sostiene l’avvocato Costanzo -. Perché, secondo me, questa sentenza dice il vero”.
I due legali hanno intentato diverse cause: ad Alessandria, Casale, Vercelli e Torino, tutte davanti al giudice di pace. A Casale e Vercelli, sono andate in modo diverso. “Entrambe le sentenze respingono tutte le eccezioni dell’avvocatura dello Stato – spiega Costanzo -. Ma sostengono che non era quello l’Ente da citare”.