Amag: “Perché scioperare oggi? Ci sono strategie e investimenti”
Il Gruppo risponde alle critiche sindacali e illustra il percorso di ristrutturazione in corso. "Con mantenimento dei livelli occupazionali e una gestione più efficiente"
ALESSANDRIA – In vista dello sciopero del 10 febbraio, il Gruppo AMAG interviene per chiarire la propria strategia aziendale. E rispondere alle critiche mosse dalle organizzazioni sindacali, che accusano l’azienda di mancanza di visione sul futuro.
“Se un allarme era giustificato, era negli anni passati, quando Amag soffriva di una gestione inefficiente. Cn un costo del personale in crescita esponenziale, crediti scaduti per 15,7 milioni di euro sulle bollette idriche e una contrazione delle tariffe dovuta a mancati investimenti sulla rete”, afferma l’azienda. Che prosegue: “Dopo anni di difficoltà, l’attuale dirigenza ha avviato un profondo processo di riorganizzazione e risanamento. Recuperando dieci anni di inefficienze gestionali in soli dieci mesi“.
Un piano industriale già definito
Uno dei punti contestati riguarda l’assenza di un piano industriale, accusa che Amag respinge fermamente: “Il piano esiste ed è noto a tutti da mesi, sindacati compresi”.
Le linee guida strategiche, stabilite dall’azionista di riferimento, il Comune di Alessandria, prevedono:
- Gara per la cessione del 90% di Amag Reti Gas Spa entro l’autunno 2025.
- Messa a gara del 49% di Amag Ambiente Spa, con individuazione del socio privato e affidamento del servizio.
- Incasso netto stimato di almeno 25 milioni di euro dalle due operazioni. Da reinvestire nel consolidamento di Amag Reti Idriche Spa e nello sviluppo di nuove attività nei settori ambientale, tecnologico e dei servizi ai cittadini.
Amag Reti Idriche e il futuro della gestione del servizio idrico
Non solo: “Il contesto di Amag Reti Idriche Spa – secondo l’azienda – è particolarmente complesso a causa del blocco dei finanziamenti ministeriali. Motivo? Il mancato rispetto della normativa sul concessionario unico nell’Ato6. Tuttavia, l’ente di governo dell’Ato6 ha deliberato la costituzione di una società consortile a capitale pubblico, di cui Amag Reti Idriche sarà socia. E che permetterà di sbloccare 16 milioni di fondi Pnrr, di cui circa 7 già spesi o impegnati”.
Nei prossimi 18-20 mesi si definiranno il piano d’ambito e gli investimenti, in vista della successiva concessione del servizio, che potrà essere:
- In house, con gestione pubblica del servizio.
- Affidata tramite gara, coinvolgendo operatori privati.
La nuova struttura del Gruppo
Al termine della riorganizzazione, il gruppo sarà così strutturato:
- Amag Spa (Capogruppo), che deterrà:
- 10% di Amag Reti Gas Spa.
- 50% di Amag Ambiente Spa (con gestione affidata a terzi).
- 100% di Amag Reti Idriche Spa, che sarà socia della nuova società consortile pubblica per il servizio idrico.
Per ottimizzare le risorse umane e migliorare l’efficienza operativa, è in corso una nuova riorganizzazione del personale, che prevede:
- Rafforzamento di Amag Reti Idriche, con il passaggio da 95 a 128 dipendenti.
- Riduzione del personale della capogruppo, da 66 a 27 unità. Con parte delle risorse destinate a supportare le società operative e altre coinvolte in nuove iniziative aziendali.
L’azienda ribadisce che “nessun lavoratore perderà il posto di lavoro“. E che “i livelli occupazionali saranno garantiti anche nelle gare per il gas e i rifiuti, che prevedono esplicitamente il mantenimento dei dipendenti attuali“.
La risposta alle critiche sindacali
Alla luce di questi cambiamenti, Amag si interroga sulle “reali motivazioni dello sciopero. Evidenziando come in passato non ci siano state proteste contro:
- Promozioni e assunzioni non meritocratiche.
- Mancanza di strumenti di gestione fondamentali, come un piano industriale pluriennale e un controllo di gestione efficace.
- Assenza di investimenti strutturali, che ha portato a tariffe basse ma reti obsolete.
L’epoca delle inefficienze e degli sprechi è finita. Ora Amag è gestita con criteri di efficienza e merito – conclude la nota aziendale -. E ci auguriamo che anche le organizzazioni sindacali riconoscano questo cambiamento e vi contribuiscano in modo propositivo. Per il bene dei lavoratori, degli utenti e della città”.