“Nosferatu”di Robert Eggers: il ritorno del Vampiro
Il regista di "The Witch", "The Lighthouse" e "The Northman" torna sul grande schermo con la rielaborazione in chiave moderna del mito di Nosferatu
«Il vampiro popolare – afferma il regista Eggers – non è un seduttore in giacca e cravatta, ma incarna la malattia, la morte e il sesso in modo brutale e spietato. Questo è il vampiro che volevo riesumare per un pubblico moderno».
Intervista col Vampiro
Il “Nosferatu” di Robert Eggers parte – come afferma lui stesso nel corso di un’intervista per “Best Movie” – «dalla sceneggiatura (…) scritta da Henrik Galeen, su cui ho studiato minuziosamente tutte le note aggiunte da Murnau. E poi anche da “Dracula” di Bram Stoker. Non potevo ignorarlo, ci sono molte cose che erano presenti nei film di Dracula, ma non nel romanzo. Ho fatto ricerche approfondite sulle rappresentazioni storiche dei vampiri, sui libri dell’occulto e sulla storia del vampirismo».
È indubbio, e molto evidente anche a livello figurativo, che – pur nella ricerca spasmodica di una nuova iconografia in cui far rientrare la figura del non-morto per eccellenza – il regista statunitense prenda a modello il primigenio “Nosferatu” di F. W. Murnau (1922), capolavoro dell’Espressionismo cinematografico tedesco, con le sue architetture gotiche, i giochi di ombre, l’ambientazione a Wisborg e i nomi dei protagonisti della storia (dal conte Orlok/Dracula all’agente immobiliare Hutter, sino alla moglie Ellen e alla sua amica Anna). Non solo: i riferimenti sono anche allo struggente capolavoro di Werner Herzog, “Nosferatu, il principe della notte” (1979), specialmente nella caratterizzazione di una Ellen (Lily-Rose Depp) che nella fragilità psicofisica emula, senza troppo riuscirci, l’inarrivabile modello incarnato da Isabelle Adjani.
Il Dracula di Bram Stoker e altri vampiri
C’è anche – come sottolineato da Eggers stesso – in questo nuovo “Nosferatu” il ricordo di quel modello letterario – il “Dracula” dello scrittore irlandese Bram Stoker, dato alle stampe nel lontano 1897 – che ha sancito l’ingresso nella letteratura moderna dell’ancestrale figura del demoniaco mostro succhia sangue (e, di conseguenza, della pellicola che, anche nel titolo, più ha voluto ispirarvisi, ovvero il “Dracula di Bram Stoker” di Francis Ford Coppola, 1992).
Con qualche sottrazione, tuttavia: un minor interesse per l’apparato epistolare su cui la storia si regge, un più debole dispiegarsi dell’amicizia/sorellanza tra Mina (Ellen) e Lucy (Anna) e una scarsa focalizzazione sulla cosiddetta “squadra della luce”, capeggiata dal professor Van Helsing (qui interpretato come Albin Eberhart Von Franz da Willem Dafoe).
L’ombra del Mostro
E poi c’è il Mostro, il Vampiro che sfida i secoli, ma non nell’accezione romantica che ne offre Herzog: l’essere diabolico, tutto istinto animale in assenza di anima, è ritratto in parte seguendo l’iconografia dell’espressionista Murnau (complice anche la fisicità scheletrica e inquietante di Max Schreck, il misterioso attore che all’epoca interpretò il conte Orlok), e per il resto tentandone una rappresentazione inedita, che pesca direttamente nelle leggende del folklore dell’Europa dell’Est per la dimensione selvatica messa in campo, ma che si rifà anche ai costumi della nobiltà ottocentesca.
Un tentativo esemplare, il quale – però – non riesce ad esprimere appieno la dimensione abnorme e demoniaca del Mostro, a dispetto del corollario di effetti sonori e musicali, di alternanza tra luce e buio, e di atmosfere che richiamano alla mente, con comicità involontaria, “L’esorcista” di William Friedkin (1973). E se Eggers si fa ispirare dalla tradizione norrena, Willem Dafoe – già protagonista proprio nei panni di Orlok di “L’ombra del vampiro” di Edmund Elias Merhige (2000), che ricostruiva le vicende accadute sul set del “Nosferatu” di Murnau, e di “The Lighthouse” (2019) e “The Northman” (2022), ammette di amare i silenzi del regista e, in un’ intervista recente a “Ciak” confessa: «Lo adoro, sia che si tratti delle sue lunghe riprese meticolosamente progettate in cui gli attori devono inserirsi, sia dei dettagli sul set in cui ogni oggetto ha uno scopo; lui non indica, non mostra, ma incoraggia gli attori a vivere un’esperienza e a essere presenti per ricevere la storia».
Nosferatu: (id.), Usa, 2024, 132′
Regia: Robert Eggers
Sceneggiatura: Robert Eggers
Fotografia: Jarin Blaschke
Montaggio: Louise Ford
Musica: Robin Carolan
Cast: Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Lily-Rose Depp, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin, Willem Dafoe, Simon McBurney, Ralph Ineson.
Produzione: Studio 8, Maiden Voyage Pictures
Distribuzione: Universal Pictures