Crisi orafi: Cna Piemonte chiede azioni urgenti per salvare le imprese
ALESSANDRIA – "Il comparto orafo piemontese è in grave difficoltà. Minacciato da un processo di industrializzazione che rischia di cancellare…
VALENZA – Daniele Borioli, esponente del Pd, già parlamentare e assessore regionale, interviene sul “caso Valenza” dopo la richiesta delle minoranze di un consiglio comunale aperto e l’opinione contraria di Viktoria Miakieva, capogruppo di Fratelli d’Italia.
“Delle difficoltà del distretto orafo – scrive Borioli – hanno parlato pressoché tutti: dalle organizzazioni imprenditoriali a quelle sindacali, dagli uffici studi collegati alle banche alle istituzioni camerali. L’Assessore regionale competente di Fratelli d’Italia (Elena Chiorino, ndr), accompagnata da una collega consigliera del suo stesso partito eletta in provincia di Alessandria (Silvia Raiteri, ndr), si è fatta promotrice di un incontro ufficiale e non certo riservato, presso la Prefettura di Alessandria. Dal quale risulterebbe essere stato escluso (anzi, neppure invitato) il sindaco di Valenza. Con grande risalto pubblico, è già stato annunciato un ulteriore incontro per il prossimo 6 febbraio”.
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“Insomma – aggiunge Borioli – secondo Miakieva gli unici a dover essere esclusi dalla possibilità di dire la loro sono i cittadini di Valenza, e in particolare quelli maggiormente interessati: coloro che o sono già in cassa integrazione, o temono di doverci finire; coloro che temono per il proprio posto di lavoro; coloro che non sanno quale sarà il futuro della propria impresa, più o meno piccola. Tutti costoro, secondo la consigliera di Fratelli d’Italia, è meglio che non parlino e aspettino da altri notizie sul proprio destino”.
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“Naturalmente – è l’opinione dell’esponente dem – nessuno pensa che dal Consiglio Comunale possano venire risposte dirette alle difficoltà di un settore produttivo che, per di più, vive moltissimo di relazioni economiche internazionali. Ma che la sede primaria in cui si rappresenta un’intera comunità non possa neppure aprire una riflessione pubblica sul tema, è opinione quantomeno bizzarra: sta tra il paternalismo ottocentesco che vedeva nel popolo un “fanciullino”, il quale era bene non si occupasse dei problemi che lo riguardavano e pensasse a lavorare, finché lavoro ce n’era; e la supponenza di chi ritiene che una proposta sia di per sé da bocciare o bloccare solo perché viene da una parte politica non affine alla propria”.
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“La cosa più triste è che, esprimendo questa sua bizzarra posizione, la consigliera mostri di deprezzare il proprio stesso ruolo, di rappresentante di una comunità che, forse, anche fra quanti l’hanno votata, si interroga sul proprio futuro e, magari, desidera esprimere apertamente i propri timori, i propri dubbi o, semplicemente la propria opinione”.