Biomonitoraggio Pfas, Coluccio (M5S): "La Giunta Cirio ignora le richieste del territorio"
TORINO – Si accende il dibattito in Consiglio regionale del Piemonte sul biomonitoraggio dei Pfas nell’area del polo chimico di…
ALESSANDRIA – La Regione, a quanto sembra, non intende comunicare in modo dettagliato l’eventuale presenza di cC6O4 e Adv ai cittadini che spontaneamente si stanno sottoponendo alle analisi del sangue. Puntuale arriva la levata di scudi dei Comitati alessandrini, che si chiedono perché.
Biomonitoraggio Pfas, Coluccio (M5S): "La Giunta Cirio ignora le richieste del territorio"
TORINO – Si accende il dibattito in Consiglio regionale del Piemonte sul biomonitoraggio dei Pfas nell’area del polo chimico di…
Quesiti che si pongono Ànemos, Greenpeace, Vivere in Fraschetta e Comitato Stop Solvay.
Partiamo dalla loro ultima considerazione. ‘In conclusione, lasciamo una riflessione ad ogni persona che leggerà questo comunicato: sono davvero i cittadini ad essere tutelati da questo biomonitoraggio?‘.
‘Nonostante la Regione analizzi nel sangue dei cittadini i Pfas attualmente prodotti dal polo chimico di Spinetta Marengo, decide di escludere questi dati dai referti’, scrivono all’unisono.
‘Seppure i Comitati cittadini e le associazioni uniti si siano rivolti alla Regione segnalando le criticità del piano del biomonitoraggio, le richieste sono state tutte rigettate’.
Ci rivolgiamo ai cittadini che hanno partecipato al biomonitoraggio, o che hanno intenzione in futuro di parteciparvi, informandoli che abbiamo comunicato alla Regione, con una Pec inviata il 9 dicembre, le criticità riscontrate nel piano di biomonitoraggio riassunte nei seguenti punti.
Primo – assenza nei referti medici condivisi alle cittadine e ai cittadini del quantitativo specifico di PFAS attualmente prodotti dal polo chimico di Spinetta Marengo come C604 e ADV, quest’ultimo ritrovato, nel corso di analisi indipendenti condotte dall’Università di Aquisgrana, in quantità maggiore rispetto a tutti gli altri PFAS.
Secondo – L’importanza di quantificare il c6o4 nelle urine, dal momento che gli studi scientifici hanno evidenziato essere più rintracciabile in tali tipologie di esami.
Terzo – Riportare tali valori nei referti medici, seppure separatamente dal calcolo della soglia di rischio medico, dal momento che, anche se la Regione ha scelto di utilizzare come parametro di riferimento lo studio Nas, parametro medico per esempio non adottato dalla Regione Veneto, che non tiene conto nella somma di 7 pfas del C6O4 e l’ADV, queste sostanze in diversi studi scientifici sono state definite pericolose al punto che pensavamo suscitassero un allarme da parte dalla Regione e che venissero comunicati ai cittadini, almeno per un principio di precauzione.
A queste richieste non è stata fornita alcuna risposta, dopo più di un mese.
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Solo ieri, precisano i Comitati, dopo un’interrogazione regionale da parte del Consigliere Pasquale Coluccio, l’Assessore regionale alla Salute ha fornito un riscontro confermando di rigettare ogni nostra richiesta, fornendo spiegazioni non soddisfacenti.
Ai cittadini diciamo: la Regione, in una situazione di non chiarezza, sta acquisendo dei dati sul vostro sangue tenendovi all’oscuro di informazioni rilevanti, dandovi solo un quadro parziale della reale situazione di contaminazione.
Affermiamo con decisione che è un diritto venire a conoscenza di tutti i valori ematici di PFAS che l’ente pubblico analizza.
La Regione comunica che non esistono ancora soglie di rischio medico per queste sostanze, ma allora ci chiediamo:
1) Può un ente pubblico accettare che sostanze di dubbio impatto sanitario prodotte da un’azienda possano finire nel sangue dei cittadini?
2) Seppure la Regione affermi che queste sostanze non siano un problema, cosa contraddetta da diversi studi scientifici, perché allora vengono comunque analizzate, seppure senza condividerle ai cittadini?
Lo studio scelto dalla Regione Piemonte, secondo i Comitati tiene conto della somma di solo 7 pfas tra i quali alcuni mai prodotti nel sito di Spinetta Marengo, e includendo il PFOA, pfas cancerogeno ma bandito dallo Stato italiano da 12 anni’.
‘Non indicando nei referti medici – concludono – tutte le attuali produzioni dell’azienda, che, ricordiamo, essere l’unica azienda in Italia a produrre PFAS’.