Fubine, il Tar ordina al Comune di pagare: nominato un commissario
Ennesimo capitolo della querelle che infiamma il paese dal 2019
FUBINE MONFERRATO – Nuovo tassello nell’intricato puzzle fubinese, la querelle tra Comune e Pd che si trascina dal 2019, quando il Consiglio Comunale deliberò un documento di bilancio senza numero legale.
La questione fu immediatamente contestata da tre consiglieri d’opposizione – Chiara Longo, Pasquale Accardi e Jacopo Garlasco – che presentarono ricorso al Tar. Sebbene il provvedimento non sia stato invalidato, il tribunale riconobbe la fondatezza delle loro ragioni. La risposta dell’Amministrazione, guidata dal sindaco Lino Pettazzi allora come oggi, fu drastica: i tre consiglieri furono dichiarati incompatibili e allontanati dal Consiglio.
Da allora, la vicenda si è trasformata in una lunga battaglia legale, che ha visto i consiglieri reintegrati con sentenze favorevoli fino alla Cassazione, mentre il Comune continuava a impugnare ogni decisione. Secondo quanto denunciato nel corso dei mesi dal Partito Democratico, questa strategia ha avuto un costo molto alto per le casse comunali. Le sole spese processuali liquidate a favore dei consiglieri ammonterebbero a oltre 96.000 euro, cifra che potrebbe salire a 200.000 euro considerando anche gli onorari legali del Comune. Ad oggi, nonostante le sentenze definitive, il Comune non avrebbe saldato le somme dovute, esponendo l’ente a un possibile danno erariale.
Proprio da qui ripartiamo, perché per mezzo di tre sentenze pubblicate ieri il Tribunale Amministrativo del Piemonte (Tar) ha imposto al Comune di pagare. Le decisioni derivano dal mancato adempimento di provvedimenti giudiziari precedenti.
La Spada di Damocle del commissario
I procedimenti, avviati dai tre ex consiglieri comunali, riguardano l’esecuzione di decisioni già passate in giudicato dei Tribunali civili e dalla Corte d’Appello di Torino. Le sentenze hanno confermato l’obbligo del Comune di versare le somme stabilite nei precedenti gradi di giudizio, oltre agli interessi legali. Inoltre, il Tar ha nominato un commissario ad acta, identificato nel Prefetto di Torino o un suo delegato, per garantire l’esecuzione delle decisioni in caso di ulteriore inadempimento da parte dell’Amministrazione comunale.
Il dettaglio delle condanne
- A favore di Jacopo Garlasco: Il Tar ha ordinato il pagamento di 18.161,67 euro, derivanti da due sentenze precedenti, più gli interessi maturati dal 2022.
- A favore di Pasquale Accardi: La cifra totale ammonta a 17.041,06 euro, comprensiva di spese per giudizi di primo e secondo grado, anch’essa maggiorata di interessi.
- A favore di Chiara Longo: L’importo stabilito è anch’esso di 17.041,06 euro, con medesime condizioni.
In tutte le sentenze, il Tar ha rigettato l’argomento del Comune che adduceva mancanza di fondi in bilancio, sottolineando che l’inadempimento rappresenta una violazione dei diritti garantiti dalle pronunce giudiziarie e dagli obblighi legali in capo alla Pubblica Amministrazione.
E ora che succede?
Le sentenze del Tar Piemonte segnano un ulteriore capitolo nella disputa. La nomina di un commissario ad acta evidenzia la necessità di un intervento esterno per risolvere una situazione di inadempimento protratta. L’attenzione ora si sposta sull’attuazione delle decisioni, con possibili ripercussioni sul bilancio comunale e sulla gestione politica locale.