«I 13 di Tom sono monumenti, scelsero di combattere per la libertà»
Oggi le celebrazioni nell'ottantesimo anniversario dell'eccidio dei partigiani a Casale. Le immagini e gli interventi
CASALE – La solennità delle celebrazioni nell’ottantesimo anniversario dell’eccidio dei partigiani della Banda Tom, questa mattina a Casale, è stata simboleggiata dalla standing ovation che ha concluso, al Teatro Municipale, l’orazione ufficiale di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Anpi. Tutti i presenti si sono alzati ad applaudire, lo hanno fatto per lui, ma soprattutto per i Tredici, simbolo della Resistenza nel Casalese.
La mattinata, come da tradizione, era cominciata davanti al Comune. Da lì il corteo, con gonfaloni e vessilli ma tanti appelli alla pace e alla fine dei conflitti in corso, guidato dalla Filarmonica di Occimiano, era giunto in Cattedrale per la Messa, quindi a Teatro.
Gli interventi delle autorità
Il sindaco Emanuele Capra ha ripercorso le vicende degli ultimi giorni della formazione partigiana: «Nel ricordare il sacrificio della Banda Tom, il maggiore tributo che possiamo dare è citare questi ragazzi, nome per nome. Per noi sono monumenti che di fronte alla dittatura nazifascista scelsero di combattere per la libertà. Che il loro sacrificio possa ispirarci ancora oggi».
Dopo di lui è toccato a Domenico Ravetti, vicepresidente del consiglio regionale ma anche presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte: «Che il 2025, a 80 anni dalla Liberazione, diventi l’anno di un nuovo inizio della speranza: rimettiamo al centro la bellezza della democrazia, la storia dei 20 mesi della Resistenza».
In rappresentanza dell’Anpi locale, è intervenuta Carla Gagliardini: «Chiediamo l’applicazione della Costituzione, con l’equilibrio e il reciproco controllo tra i poteri dello stato» ha spiegato con frequenti riferimenti all’attualità politica italiana, e criticando ad esempio l’autonomia differenziata.
La Resistenza, riscatto del paese
«La memoria rimane nella mente, il ricordo nel cuore – ha esordito Gianfranco Pagliarulo – La Banda Tom è in entrambi questi luoghi. La verità storica ci dice che l’attività criminale dei tedeschi era insieme ai fascisti. E il razzismo fascista non inizia nel 1938 ma ben prima, verso gli slavi, verso gli africani, con le vittime dello squadrismo, e poi con le guerre di aggressione: Libia, Spagna, Etiopia, Albania, Grecia, Francia, Jugoslavia, Unione Sovietica, quindi nel delirio della Repubblica Sociale. Fu inscindibile la collusione tra fascisti e nazisti».
«Furono esempi come quello della Banda Tom a restituire dignità e riscatto al paese, che si è riscattato parzialmente grazie alla Resistenza. In forme diverse, in ogni tempo si può fare Resistenza» ha concluso prima degli applausi.
A conclusione dell’evento a Teatro, che ha preceduto la solennità delle deposizioni delle corone in Cittadella, ha preso la parola Giovanni Battista Filiberti, presidente del Comitato Unitario Antifascista: «È nostro compito assicurare che le nuove generazioni conoscano e comprendano il coraggio di questi eroi» ha detto prima di citare Calamandrei “Se volete andare in pellegrinaggio dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne, nelle carceri, nei campi, dovunque è morto un italiano per riscattare la nostra libertà, perché è lì che è nata questa nostra Costituzione”.