Deposito nucleare: dal tavolo di confronto un “no” ancora più forte
Nella serata di ieri nella sala del consiglio del Comune di Acqui l'incontro tra i sindaci del territorio e le istituzioni provinciali e regionali
ACQUI TERME – “A partire dalla Regione fino ai sindaci di tutti i comuni della nostra provincia, la politica locale deve prepararsi a una battaglia legale che potrebbe richiedere sforzi enormi se dovesse arrivare il via libera al nuovo insediamento. Dobbiamo tirar fuori gli attributi. Noi non molleremo un centimetro. Il progetto del deposito di scorie nucleari nei comuni di Sezzadio e Castelnuovo non deve passare, non solo da noi ma anche in tutti gli altri siti individuati nella nostra provincia. Ne va della salute delle prossime generazioni e dell’economia di un intero territorio”.
Sono le forti dichiarazioni del sindaco di Sezzadio, Giancarlo Triggiani, a margine dell’incontro che si è svolto ieri sera, venerdì 17, nella sala dal consiglio di Palazzo Levi ad Acqui Terme. Un tavolo di confronto a cui hanno partecipato una ventina di sindaci dell’Acquese, organizzato per discutere della delicata questione del deposito nazionale di scorie nucleari per il cui insediamento – insieme ad altri quattro in provincia di Alessandria – è stato inserito nell’elenco Cnai (Carta nazionale della Aree Idonee) anche il sito Al-13 di Castelnuovo Bormida-Sezzadio. «Un’opera del genere avrebbe effetti devastanti per il nostro territorio, centro volte superiori a quelli dell’ex Solvay di Spinetta Marengo», ha aggiunto Triggiani.
Entro il 25 gennaio i Comuni interessati dal possibile insediamento dovranno inviare al Ministero dell’Ambiente le osservazioni tecniche ed ambientali per motivare la propria contrarietà alla costruzione del nuovo sito nazionale voluto da Sogin. Una fase interlocutoria in cui il Comune di Acqui intende esercitare un ruolo attivo, ponendosi come portavoce istituzionale per conto dei comuni che compongono il compatto fronte acquese.
“Il nostro territorio ha già dato fin troppo”
«Sono fermamente convinto che, al di là di come la si pensi sull’energia nucleare, non sia davvero il caso di costruire un deposito di scorie radioattive proprio al di sopra di un’importante falda acquifera che dà da bere a tante persone», ha dichiarato il sindaco Danilo Rapetti, per l’occasione affiancato dal consigliere provinciale Nicola De Angelis, promotore di un ordine del giorno nell’ultimo consiglio provinciale per la creazione di un tavolo intercomunale che abbia Acqui come capofila.
«Storicamente – ha detto il sindaco di Acqui – il nostro è un territorio che in termini di inquinamento ambientale ha già dato fin troppo. Un sito di rifiuti radioattivi sarebbe un’ulteriore e inaccettabile beffa. Come città ci aspettiamo un futuro fatto di nuovi investimenti sul settore termale, investimenti che un’opera simile potrebbe mettere seriamente a rischio».
Insieme a Luigi Benzi, presidente della Provincia nonché sindaco di Quargnento, all’incontro hanno partecipato anche il vice presidente del Consiglio regionale Domenico Ravetti e i consiglieri regionali Pasquale Coluccio e Marco Protopapa.