Imprese, avvio d’anno difficile. Ma Confindustria si consola con investimenti e occupazione
La prima indagine congiunturale del 2025 parla di un quadro complesso, anche se il ricorso alla 'cassa' resta sempre basso
ALESSANDRIA – «La situazione non è rosea, ma ci sono settori, come quello dei servizi alla produzione, ancora trainanti. È buona la tenuta dei livelli occupazionali, sono buoni gli investimenti…». La premessa di Laura Coppo, presidente di Confindustria Alessandria, questa mattina, alla presentazione della prima indagine congiunturale del 2025, è doverosa nel momento in cui vengono illustrate le aspettattive degli imprenditori della provincia che inquadrano «un avvio d’anno complesso».
Ancora una volta lo scenario geopolitico internazionale, altamente contrastato, influenza l’economia nel trimestre d’autunno. Vale per tutto il Piemonte e, sostanzialmente con gli stessi indicatori, per l’Alessandrino. Per questo, chi fa impresa esprime previsioni caute e meno ottimistiche rispetto a quelle dell’autunno.
Beppe Monighini, dell’Ufficio studi, che ha redatto la consueta analisi trimestrale, sottolinea «la buona propensione a investire» ma anche come, per una volta, il raffronto con i dati regionale vada a sfavore della provincia alessandrina. Un campanello d’allarme? Non proprio: «Ci sono province, Asti ad esempio – osserva Monighini – che hanno dati migliori, ma in generale il quadro del Piemonte è allineato con quello alessandrino. Bisognerebbe fare una verifica a medio termine».
«Orafi? Non parlerei di crisi»
La situazione attuale, visti gli indici che illustrano lo sbilancio tra ottimisti e pessimisti, parla però di un netto calo rispetto al trimestre precedente, con la redditività che si contrae, ma con la tenuta degli investimenti, dell’utilizzo degli impianti e dell’occupazione e con le prospettive riferite ai costi delle materie prime. dell’energia e della logistica che restano moderate.
Un grafico, illustrato da Monighini parlando del ricorso alla cassa integrazione negli ultimi dieci anni, mostra bene l’andamento: «Un po’ come l’altimetria – fa notare – della tappa di montagna di una corsa ciclistica. C’è l’impennata del periodo del covid, poi per il resto è tutto un saliscendi. Sta di fatto che, oggi, il dato dell’occupazione è ancora molto alto». Il ricorso alla ‘cassa’, infatti, è sempre basso. Lo ipotizza il 6% degli imprenditori intervistati, pochi in più rispetto alla cifra record (1%) del trimestre scorso.
La previsione dell’occupazione è, in sostanza, positiva, a zero, anche se nella precedente congiunturale era a +3. Nel dettaglio, la produzione scende a -8 (da -1), gli ordini totali passano dal precedente -3 a -12 ed è ancora più ripida la discesa degli ordinativi export e quella relativa alla redditività, che finiscono rispettivamente a -15 (da -2) e -14 (da -5). .
E la situazione del comparto orafo, di cui si parla in termini critici proprio per la richiesta di cassa integrazione avanzata da alcune aziende? «Gli orafi – ricorda la presidente Coppo – vengono da un periodo di boom. In questo periodo il calo è normale, quasi fisiologico. Per contro, c’è una grande richiesta di manodopera specializzata e il lavoro non manca. Io non parlerei di crisi. L’importante, adesso, è vedere cosa risulterà dai tavoli che abbiamo programmato con gli operatori del settore».